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Il centrodestra compatto si è astenuto sulla mozione per istituire una commissioe straordinaria contro odio, razzismo e antisemitismo, proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre.
L’aula del Senato l’ha approvata con 151 voti favorevoli, nessun voto contrario e 98 astensioni. Matteo Salvini ha motivato il «non voto» spiegando che «Siamo contro razzismo ma non vorremmo che qualcuno a sinistra spacciasse per razzismo quello che per noi è convinzione e diritto ovvero il “prima gli italiani”.
Non vogliamo bavagli e stato di polizia che ci riportano a Orwell». L’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, del peso specifico del leader del Carroccio e sulla direzione in cui sta portando il centrodestra. Nelle regionali, intanto, l’esito è Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna sì, Mario Occhiuto in Calabria no. Proprio questa bocciatura mostra l’esistenza di qualche grana interna, soprattutto legata all’unico partito che arranca nei sondaggi e Forse per questo il forzista Occhiuto non ha convinto tutti i danti causa.
Proprio questa, tuttavia, potrebbe sommarsi alle tante gocce che stanno riempiendo il vaso di Forza Italia, in crisi di consensi ma anche di stabilità interna. Non è un mistero, infatti, che il partito del Cav sia alle prese con l’influenza incrociata dei due Mattei: uno attira verso la destra sovranista, l’altro verso i moderati di Italia Viva.
Per ora, tuttavia, non si sono ancora registrate defezioni, ma il malessere interno aumenta soprattutto da parte dei cosiddetti “sudisti” che fanno capo alla potente vicepresidente della Camera, Mara Carfagna. Lei per prima ha manifestato il suo dissenso rispetto alle derive sovraniste di Forza Italia, eppure continua a smentire di essere attirata dalle sirene renziane, che pure avrebbero promesso mari e monti pur di averla in squadra. Intanto, però, le acque agitate tra gli azzurri stanno dando adito a molti rumors. In particolare, l’ala moderata sarebbe alle prese con la stesura di un mani- festo anti- sovranista, che dovrebbe servire a non rimanere schiacciati nella morsa di Fratelli d’Italia e Lega. «Non moriremo salviniani», sarebbe il mantra.
Alcuni sostengono che questo manifesto esista e sia già su carta, altri invece smentiscono che si tratti di qualcosa di più di un’iniziativa di un singolo e che, con tutta probabilità, rimarrà in un cassetto. Al netto delle iniziative concrete, però, che Forza Italia covi un malessere profondo lo dimostrano il numero di cene, incontri e capannelli, tutti riservati. Nessuno è ancora convinto al punto da uscire allo scoperto, ma è al vaglio anche l’ipotesi di costituire una componente moderata, con tanto di simbolo e nome di associazione.
Da Arcore, Silvio Berlusconi è vigile e ha invitato tutti alla calma, chiedendo di non alimentare inutili polemiche interne al centrodestra che ora, fino a prova contraria, vince ovunque e trascina con sè anche Forza Italia. La cifra del Cav è il pragmatismo: sa che il suo partito continua ad avere un peso specifico a prescindere da quello elettorale, perchè rappresenta l’unica componente moderata della coalizione e suo indispensabile collante. Per questo considera sterile ogni polemica contro Salvini: sa che il leghista abbaia ma non rinuncerebbe a Fi ( anche in affanno) per non schiacciarsi troppo a destra. E questo garantirebbe la vittoria a tutti, anche se significa ingoiare qualche boccone amaro.