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I ribelli dell'M23 scortano i soldati governativi e la polizia che si sono arresi in una località segreta a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo
Una violenta evasione di massa dalla prigione di Munzenze, nella città di Goma, ha portato a uno scenario drammatico di stupri e uccisioni. Oltre 150 donne sono state vittime di violenze sessuali, mentre decine di altre sono state arse vive dopo che alcuni detenuti hanno appiccato il fuoco alla struttura. Lunedì scorso, centinaia di prigionieri sono riusciti a scappare quando i ribelli dell’M23 hanno intensificato il loro controllo sulla città.
Secondo un documento interno delle Nazioni Unite visionato dalla BBC, tra 165 e 167 donne sono state aggredite da detenuti in fuga. Il ministro delle Comunicazioni, Patrick Muyaya, ha confermato alla CNN il numero delle vittime di stupro, mentre l’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha segnalato altri episodi di violenza sessuale riconducibili anche alle forze armate congolesi e ai loro alleati. «Stiamo verificando segnalazioni secondo cui 52 donne sono state violentate da soldati congolesi nel Kivu meridionale, comprese denunce di stupri di gruppo», ha dichiarato Jeremy Laurence, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
I ribelli M23 avanzano nonostante le richieste internazionali
Il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, continua a espandere il proprio controllo nel Congo orientale, sfidando l’appello delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco e per una mediazione. Attualmente, i combattenti hanno raggiunto la provincia del Sud Kivu, avanzando fino a soli 50 chilometri dalla città di Bukavu. La scorsa settimana, il gruppo ha preso il controllo di Goma e ha cercato di rassicurare la popolazione organizzando un comizio pubblico in uno stadio, dove il leader politico dell’M23, Corneille Nangaa, ha proclamato la "liberazione" della città e la nomina di nuove autorità amministrative. «Vi chiediamo di dormire sereni perché vi garantiamo sicurezza. La nostra priorità è la stabilità», ha dichiarato Nangaa, aggiungendo che le scuole e le istituzioni statali riprenderanno presto le attività.