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Nel giorno in cui al Senato Usa inizia il processo di impeachment per Donald Trump, il tycoon è sembrato più preoccupato di rispondere a Greta Thumberg. Il presidente Usa e la giovane attivista svedese per il clima si sono incrociati a Davos, per la 50esima edizione del Forum economico mondiale. Non si è trattato di un “faccia a faccia” vero e proprio ma piuttosto di un confronto a distanza nel quale nessuno dei due ha nominato il proprio antagonista, anche se i temi toccati e gli accenti non hanno potuto eludere le profonde differenze.
Greta, con altri ragazzi che nel mondo stanno seguendo il suo esempio, ha partecipato ad un panel dedicato al clima durante il quale ha ripercorso le tappe che hanno portato il movimento globale contro il riscaldamneto globale me adiventare un attore di prima grandezza. «Sono successe molte cose che nessuno avrebbe potuto prevedere, e questo ha dato il via a un movimento – ha detto la Thunberg –. Non sono solo io, ma tanti giovani ovunque che hanno creato un'alleanza. Le persone sono più consapevoli ora. Grazie alla spinta dei giovani sembra che il clima e l'ambiente ora siano un argomento caldo».
Poi l'attacco all'inazione dei governi: «Non è stato realizzato nulla. Le emissioni globali continuano ad aumentare. Dobbiamo iniziare ad ascoltare la scienza e trattare questa crisi con l'importanza che merita». L'urgenza è stato, ed è, il leit motiv di Greta. Secondo la scienza il tempo rimasto per evitare la catastrofe alle prossime generazioni è ormai poco. «Con i livelli di emissione odierni, il budget rimanente sparirà in meno di otto anni» così ha ripetuto la diciasettenne svedese.
Parole da rabbrividire, ma che evidentemente non spaventano Trump, le cui posizioni negazioniste circa il surriscaldamento del pianeta sono note. Il presidente statunitense sarcasticamente ha invitato a «respingere i profeti perenni di sventura e le loro previsioni sull'apocalisse».
Il riferimento a Greta Thunberg è più che ovvio, anzi l'inquilino della Casa Bianca ha detto che gli Stati Uniti contribuiscono al miglioramento del clima, come nel caso della campagna ' un miliardo di alberi contro il cambiamento climatico'. Un po' poco, ma soprattutto il segno che le preoccupazioni di Trump sono praticamente solo quelle del primato mondiale economico, costi quel che costi. Le sue dichiarazioni «sono orgoglioso di dire che gli Stati Uniti sono sbocciati. Abbiamo realizzato cose che il mondo non ha mai visto prima. L'America prospera e vince come mai prima d'ora» ne sono state la testimonianza palese.