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Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d'Italia
Onorevole Edmondo Cirielli, mi rivolgo direttamente a Lei. Ci ripensi. Ridimensioni la portata dei suoi attacchi sul carcere, sui detenuti, sul Dap. Lei si dice contrario, anzi disgustato persino dalle videochiamate concesse da Carlo Renoldi ai reclusi per attenuare la disperazione che ha fin qui prodotto 53 suicidi in cella: non le sembra di esagerare? Non le sembra di superare un po’ la soglia della ragionevolezza, quando invoca “più taser per tutti”. Capisco che Lei, come parlamentare e candidato di Fratelli d’Italia, considera la polizia penitenziaria anche come un bacino elettorale: più che legittimo. Ma non crede che, in fondo, solo una minoranza degli agenti la pensa davvero come Capece, il segretario del Sappe che vorrebbe penitenziari premedievali? E poi, Onorevole Cirielli, Lei è noto per aver predisposto una riforma della prescrizione, poi certo modificata e da Lei disconosciuta, ma insomma ha anche un profilo garantista. Il responsabile Giustizia del Suo partito, Andrea Delmastro, in un’intervista al Dubbio ha confermato di considerare il ripristino della prescrizione come un obiettivo della destra. Ora, perché Lei vuole passare alla storia come il politico che sogna di elettrificare le carceri? Meglio abbassare i toni e anche la tensione. In tutti i sensi. E la esorto a non trascurare mai il seguente dettaglio: in carcere c’è gente che (non sempre, dimostrano i dati) ha sbagliato, ma che non per questo va segregata come in una galera cartaginese.