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Ricciardi
Oltre 3 milioni di studenti da domani seguiranno le lezioni da casa: 800 mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, quasi mezzo milione di alunni delle medie e 1 milione e 800 mila studenti delle superiori. Vaccinazione degli insegnanti e aumento della qualità della Dad, con il raggiungimento di tutti gli studenti, le misure di accompagnamento necessarie. Forse la terza ondata di Covid sta arrivando ai portoni delle scuole e, tra decreti del ministero della Sanità e ordinanze dei presidenti delle Regioni, le aule che si stavano riempiendo gradualmente riducendo la didattica a distanza e accogliendo sempre più alunni in presenza si stanno nuovamente svuotando, con il fondato timore che l’emergenza colpisca pesantemente gli apprendimenti, compromettendo anche questo secondo anno scolastico della pandemia. Diventa sempre più importante assicurare a tutti gli studenti costretti a casa una Dad il più possibile di qualità. Ma vediamo prima i numeri: Tuttoscuola ha fatto una mappatura del numero di studenti che da domani mattina faranno lezione a scuola o da casa, sia per area geografica (con una situazione a macchia di leopardo non solo a livello regionale ma in taluni casi per singoli Comuni), sia per grado di scuola. Saranno in tutto 3.067.986 gli studenti impegnati nella didattica a distanza, di cui quasi 800 mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, quasi mezzo milione di alunni delle medie e 1 milione e 800 mila studenti delle superiori. 5.438.779 studenti seguiranno le lezioni regolarmente a scuola: 3 milioni e 200 mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, un milione e 200 mila alunni delle medie e circa 1 milione di studenti delle superiori. Degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie domani, 1° marzo, saranno a scuola in presenza due alunni su tre. Le situazioni estreme vedono i 207.268 alunni della Sardegna tutti a scuola in presenza, grazie al fatto che la regione è stata dichiarata zona bianca, mentre all’opposto i 994.993 alunni della Campania saranno costretti a starsene a casa per consentire a tutti i loro insegnanti, secondo quanto disposto dal presidente regionale De Luca, di sottoporsi alla vaccinazione. Dovranno rimanere a casa gli alunni delle zone dichiarate rosse: i 159.721 dell’Alto Adige, i 75.896 della Basilicata e i 37.558 del Molise. Dei quasi 176mila alunni abruzzesi soltanto 30.556 bambini della scuola dell’infanzia potranno frequentare le attività educative in presenza, mentre gli altri 145.367 dovranno seguire le lezioni in DAD. In Puglia, dopo che il TAR ha confermato la validità dell’ordinanza regionale, dovranno seguire la didattica a distanza i 320.432 studenti della secondaria di I e II grado, mentre per i 264.912 alunni di primaria e infanzia resta confermata la facoltà di seguire le lezioni in presenza. Vi sono infine singole situazioni provinciali costrette ad adottare restrizioni, come, ad esempio Brescia con oltre 172 mila alunni in Dad, la città metropolitana di Bologna con oltre 113mila alunni bloccati a casa, Ancona e Macerata con 14.700 degli ultimi due anni della scuola media obbligati alla Dad insieme a tutti i 73.060 studenti delle superiori dell’intera regione. In Toscana quasi 80mila alunni delle province di Pistoia e Siena entrate in zona rossa non potranno seguire le lezioni in presenza. Infine un numero imprecisato di alunni del primo ciclo e dell’infanzia, stimato in poco più di 14.100 unità, di piccoli comuni laziali dichiarati in zona rossa, non potrà seguire le lezioni presenza. Da domani, compatibilmente con le opzioni di frequenza consentite per primaria e infanzia in Puglia, dovrebbero accedere in presenza a scuola circa un milione e 156 mila delle scuole dell’infanzia (l’83% degli iscritti alle scuole statali e paritarie), due milioni e 66 mila alunni della scuola primaria (79,3% del totale), un milione e 225 mila alunni della scuola media (72,1%). Dei 2milioni e 794mila studenti delle superiori, nel rispetto della rotazione del 50% per le zone gialle e arancioni, soltanto 990 mila saranno ogni giorno in presenza (35,4% del totale), con la sola eccezione degli studenti sardi tutti in classe, ma 478.350 (gli studenti di Abruzzo, Alto Adige, Basilicata, Campania, Puglia, Molise) dovranno osservare la DAD al 100% (senza rotazione). La stretta in corso sulla chiusura delle scuole dipenderà ovviamente dall’andamento dell’epidemia. Impossibile fare previsioni sull’ampiezza e sulla durata. Certamente sarà opportuno utilizzare questo periodo per accelerare la vaccinazione degli insegnanti. Ma non solo. Per contenere il rischio di ulteriori cadute nei livelli di apprendimento degli studenti - il fenomeno in gergo della learning loss - appare necessario intervenire urgentemente sia in termini tecnici (connessione internet e dispositivi nelle aree e nelle singole situazioni dove c’è ancora carenza, più esposte alla povertà educativa), sia di insegnamento, con l’utilizzo di strategie e metodologie didattiche adeguate alla fruizione a distanza, in grado di coinvolgere gli alunni di tutte le età mantenendo alta la loro attenzione ed evitando disaffezione e apatia: fare le stesse lezioni, magari solo trasmissive e monocordi, che si fanno in classe può essere inefficace. Gli insegnanti sono chiamati ad adattare le modalità di insegnamento al contesto, utilizzando le potenzialità offerte dalle tecnologie didattiche per gli studenti di tutte le età. E in questo devono essere certamente supportati (formazione mirata e assistenza operativa). Peccato che nell’ultimo anno ci si sia persi in battaglie ideologiche sulla Dad invece di predisporre le condizioni per far fronte al meglio ai vincoli posti dalla diffusione del virus.