Questa settimana le autorità messicane hanno scoperto i tre forni crematori clandestini nella proprietà «Rancho Izaguirre», un’estensione di 10 ettari a Teuchitlan che l’organizzazione criminale utilizzava per il confinamento, l’addestramento delle proprie reclute e le torture ai propri prigionieri. La proprietà era stanca confiscata a settembre, in un’operazione in cui erano stati arrestati dieci individui, liberati due prigionieri e rinvenuto un cadavere.

Dopo le prime scoperte da parte di alcuni membri del gruppo informale Guerreros Buscadores - avvertiti a inizio marzo da una denuncia anonima - le autorità hanno aperto un’indagine formale. Secondo le prime ricostruzioni, le vittime venivano bruciate e i loro resti sotterrati da cumuli di terra e detriti. Potrebbero essere almeno 200 i cadaveri in queste condizioni. Le indagini hanno ritrovato cinque lotti di terreno con presenza di resti ossei, circa 400 capi d’abbigliamento, 200 paia di scarpe e oltre 90 proiettili.

Sempre secondo le ricostruzioni presenti sui principali quotidiani nazionali, le vittime sarebbero state principalmente giovani uomini provenienti da altri stati ed entrati in contatto con il cartello Cjng dopo aver risposto a offerte di lavoro in ruoli come autista, elettricista o addetto alla sicurezza. Una volta nello stato di Jalisco, poi, si perdevano le loro tracce. All’interno del Rancho Izaguirre, hanno riportato alcune fonti al quotidiano «Infobae», i giovani venivano sottoposti a duri allenamenti e torturati.

La presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha espresso cordoglio per le vittime e ha auspicato un maggiore coordinamento tra le autorità di Jalisco e quelle federali. Il ministro della Sicurezza Harfuch ha detto che il governo federale non aveva mai ricevuto informazioni su situazioni simili a quella di Jalisco, nonostante in precedenza fosse stato informato sulla presenza di fosse clandestine nello stato di Chihuahua.