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Scontri tra i tifosi del Napoli e della Roma sull'Autostrada A1
«Le mancate convalide degli arresti effettuati dopo gli scontri in A1 ad Arezzo sono un fatto tecnicamente grave, non solo e non tanto per i tre soggetti rimessi in libertà ma perché di fatto il gip ha sconfessato una norma finalizzata ad intervenire in modo specifico ed efficace nel difficile settore dei reati ''da stadio''». Così in una nota il portavoce dell'associazione nazionale dei funzionari di polizia Girolamo Lacquaniti interviene a margine degli esiti processuali dei fermati dopo gli scontri di domenica in A1.
«Premesso che - spiega - nessun dubbio è emerso in relazione alla partecipazione agli scontri da parte dei tre indagati e che le motivazioni delle mancate convalide sono legate ai profili di urgenza che la legge stessa ha voluto valutare tenendo conto che in determinate circostanze per il bene della collettività è più opportuno differire l'arresto in modo da garantire maggiore sicurezza per tutti, le ipotesi sono due e solamente due: o il gip ha preso un clamoroso abbaglio e sarà allora la procura a provvedere in modo coerente, oppure la norma contiene un vulnus che consente agli avvocati di disinnescare una norma che ha una importanza straordinaria per garantire una risposta adeguata da parte dello Stato a fronte di una dissennata forma di criminalità».
«Se nel primo caso crediamo che la magistratura abbia tutti gli strumenti per agire e correggere per il futuro, temiamo invece che il vero tema riguardi una norma da perfezionare in modo tale da non permettere mai più esiti così sconcertanti dal punto di vista della Giustizia (la maiuscola non è un refuso) - continua Lacquaniti - Come funzionari di Polizia crediamo che più dello sdegno e delle critiche sia necessario ricostruire un clima costruttivo e collaborativo che veda il potere legislativo e quello giudiziario impegnati per il bene della sicurezza della collettività. A chi teme che certe sentenze possano provocare nelle forze dell'ordine frustrazione o rabbia vorremmo dare l'assicurazione che nel nostro Dna e nel nostro motto - conclude - è sancito il rispetto della libertà nel rispetto della legge e che non ci appartiene alcuna altra forma di reazione se non quella del dialogo».