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«Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all'ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo». Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni commentando le proteste di ieri a Roma per la morte del giovane egiziano Ramy, 19 anni, durante l'inseguimento delle forze dell'ordine a Milano.
Il bilancio degli scontri scoppiati durante un presidio nel quartiere San Lorenzo è di otto poliziotti feriti. I circa 400 manifestanti, che esponevano uno striscione con la scritta "Vendetta per Ramy, la Polizia uccide", hanno rovesciato alcuni cassonetti all'altezza di piazza Immacolata e poi sono avanzati verso le forze dell'ordine lanciando fumogeni, bombe carta e oggetti contundenti.
Una bomba carta ha infranto il vetro di un blindato della Polizia e a quel punto è scattata una carica di contenimento, ordinata dal questore Roberto Massucci per "tutelare l'incolumità degli agenti". Subito dopo i manifestanti hanno arretrato per tornare verso San Lorenzo, il quartiere popolare poco distante dall'Università La Sapienza. Gli otto poliziotti, tutti del commissariato San Lorenzo, sono stati feriti da petardi e bottiglie di vetro. Sono in corso le indagini della Digos di Roma per ricostruire la dinamica e individuare i responsabili degli scontri. Sono al vaglio degli investigatori della polizia le immagini registrate dalla Scientifica durante la manifestazione.
L'attacco di Roma e quelli degli ultimi giorni contro le forze dell'ordine sono stati condannati dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per il quale dimostrano «l'esistenza e la pericolosità di soggetti organizzati che strumentalizzano ogni tema, fatto o episodio, perfino una dolorosa tragedia come quella del giovane Ramy, soltanto per seminare violenza». «Queste aggressioni devono essere condannate da tutti, senza indecisioni o speciosi distinguo, anche per sostenere un clima di fiducia nei confronti delle nostre Forze di Polizia», ha aggiunto.
«In un Paese maturo e avanzato come il nostro», ha sottolineato il capo del Viminale, «dovrebbe essere parte di una cultura condivisa la consapevolezza che non fermarsi a un alt delle Forze dell'Ordine o cercare il confronto violento con chi rappresenta lo Stato non è solo una grave violazione della legge, ma è anche un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, che mina la sicurezza dei cittadini e la convivenza civile».
Tensione c'era stata anche alle manifestazioni per Ramy Elgaml svoltesi a Milano e a Bologna. Nel capoluogo lombardo nel pomeriggio centinaia di manifestanti hanno sflilato dietro agli striscioni "Dalle periferie al centro non staremo in silenzio. Milano è zona nostra" e "Verità e giustizia per Ramy e Fares". Il corteo era organizzato dal Coordinamento Antirazzista Italiano e dal centro sociale Cantiere. A Bologna venerdì sera ci sono stati lanci di bottiglie, fumogeni, bombe carta e petardi e i manifestanti hanno alzato una barricata con transenne dei cantieri buttate a terra con le quali è stata alzata anche una barricata.