Dal quartiere periferico Forlanini- Case Bianche, all’Angelus in piazza Duomo, fino all’incontro con i detenuti di San Vittore e la messa al parco di Monza. Papa Francesco nella sua visita pastorale a Milano ha deciso di conoscere i volti più sconosciuti di una città in trasformazione, che non è fatta solo di alta finanza, moda, ma anche di immigrazione e contrasti sociali. In questo suo viaggio tra gli ultimi e gli esclusi l’incontro con i detenuti di San Vittore è uno dei più attesi, la prima volta per un pontefice nel carcere milanese. Tutti i reclusi, indipendentemente dalla religione professata, hanno chiesto di partecipare. Il percorso tra i vari padiglioni è stato pensato in modo che papa Francesco possa incontrare tutti gli 860 detenuti, compresi i “protetti” che sono in una sezione a parte per i crimini commessi, ma anche i 400 agenti della Polizia penitenziaria e una delegazione dei volontari. Come previsto, poi, pranzerà cento detenuti, in rappresentanza delle varie anime multiculturali e multietniche che convivono a San Vittore, dove il 67 per cento dei reclusi è straniero.

La visita di papa Francesco a San Vittore accende i riflettori sull’istituto in pieno centro, spesso dimenticato, così come quelli che vi sono ristretti e ci lavorano. Dal 2005 è diventato solo una casa circondariale che ospita i detenuti in attesa di giudizio, mentre nei penitenziari di Opera e Bollate i reclusi scontano la pena. La giornata particolare che i detenuti di San Vittore vivranno oggi da giorni ha creato attesa e fibrillazione. Il cappellano don Mario Recalcati ha distribuito la preghiera “Aspettando un amico”, che contiene l’elemento della speranza, fondamentale per chi è costretto in cella. Il pranzo, con menu tipicamente meneghino ( risotto alla milanese, cotoletta con contorno di patate e panna cotta), sarà preparato dai detenuti della Libera scuola di cucina, coordinati dallo chef Stefano Isella e sarà servito a tutti gli ospiti di San Vittore. Nel carcere il Pontefice passerà ben tre ore, il tempo più lungo di tutti gli appuntamenti della giornata milanese. Dopo il pasto, ha deciso anche di riposarsi per mezz’ora nell’ufficio del cappellano. Un ulteriore messaggio di papa Francesco ai detenuti non solo del carcere milanese: sono vicino a voi e voglio condividere alcuni gesti della vita quotidiana.