A Mayville, nello Stato di New York, gli avvocati dell’accusa e della difesa hanno iniziato a esporre le loro argomentazioni iniziali nel processo contro l’uomo che tentò di accoltellare a morte lo scrittore Salman Rushdie durante una conferenza. Rushdie sarà chiamato a testimoniare in aula.

Lo scrittore 77enne venne assalito nell'agosto del 2022 sul palco del Chautauqua Institution Amphitheater e colpito con oltre una decina di coltellate. L'assalitore, il 27enne Hadi Matar, originario di Fairview, nel New Jersey, si è dichiarato non colpevole di aggressione e tentato omicidio. Rushdie è rimasto parzialmente cieco da un occhio e ha subito lesioni permanenti a una mano.

Hadi Matar è entrato stamani nell'aula del tribunale urlando “Free Palestine”, in segno di solidarietà verso il popolo palestinese. La difesa ha chiesto il rinvio del processo perché l'avvocato che guida la difesa, Nathaniel Barone, è attualmente in ospedale. Il giudice David Foley ha respinto la richiesta, spiegando che gli altri avvocati sono in grado di portare avanti la difesa e inoltre Barone è malato da circa un anno, per cui la sua assenza era “preventivabile”.

Matar, nato negli Stati Uniti ma con la doppia cittadinanza, americana e libanese, in un'intervista concessa al New York Post pochi giorni dopo l'arresto aveva detto di aver tentato di uccidere Rushdie perché “aveva attaccato l'Islam”, anche se aveva ammesso di aver letto solo due pagine dei “Versi satanici”, il libro pubblicato nel 1988 e ispirato alla vita di Maometto, che costò un anno dopo al romanziere indiano-britannico la fatwa, la condanna a morte per decreto religioso da parte dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini, che all'epoca era la guida suprema dell'Iran.