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In Russia si continua a calpestare il diritto di difesa. Gli ex avvocati del principale oppositore di Vladimir Putin, Alexei Navalny, morto il 16 febbraio 2024 nella colonia penale “Polar Wolf”, dovranno trascorrere i prossimi anni in carcere. Vadim Kobzev sconterà la pena più lunga (5 anni e 5 mesi). Alexei Liptser è stato condannato a 5 anni, mentre per Igor Sergunin c’è stato un lieve sconto di pena (dovrà scontare 3 anni e 5 mesi) per aver collaborato con l’autorità giudiziaria ed essersi dichiarato colpevole.
In tanti si sono chiesti: “colpevole di cosa”? Per aver adempiuto al mandato difensivo conferito da Navalny? La condanna di Kobzev, Lipster e Sergunin, arrestati nell’ottobre del 2023 dimostra una vera propria aberrazione giuridica che dalla guerra in Ucraina ha preso sempre più corpo in Russia: consiste nell’identificazione dell’avvocato con il proprio assistito con gravi conseguenze per il primo, soprattutto quando la difesa riguarda dissidenti politici.
Secondo l’accusa, gli avvocati hanno svolto la funzione di “messaggeri” tra Navalny e i collaboratori, nel frattempo fuggiti all’estero, della sua Fondazione anticorruzione ritenuta nel 2021 una “organizzazione estremista”. Il Tribunale di Petushky ha considerato l’operato degli avvocati come “partecipazione a una comunità estremista”. Al momento della lettura della sentenza, ieri mattina, in Tribunale erano presenti numerosi attivisti di organizzazioni per la difesa dei diritti umani e alcuni avvocati. Tra questi, Maria Eismont (difensore di Vladimir Kara- Murza), Leonid Solovyov (già componente dello staff legale di Alexei Navalny) e Katerina Tertukhina (difensore di Oleg Orlov).
L’associazione Memorial considera Kobzev, Liptser e Sergunin “prigionieri politici”. Poco più di due anni fa Alexey Navalny definì l'arresto dei suoi difensori «una punizione per l’eccellente lavoro svolto» e «una intimidazione nei confronti della società e, soprattutto, degli avvocati». Poco dopo l’arresto di Liptser, Kobzev e Sergunin, alcuni colleghi tentarono di organizzare uno sciopero nelle aule giudiziarie per sensibilizzare l’avvocatura russa e la comunità internazionale, ma non ottennero risultati significativi in patria. Oltre alle condanne dei tre avvocati, è stato disposto l’arresto in contumacia di altri ex difensori di Navalny nel frattempo fuggiti dalla Russia, Alexander Fedulov e Olga Mikhailova.
Vadim Kobzev e Alexei Liptser hanno ricevuto nei mesi passati dall’Iba (International bar association) il “Rule of law award”. Il dissidente Ilya Yashin, ora in Germania dopo uno scambio di prigionieri avvenuto nell’agosto del 2024, propose di includere Kobzev e Liptser in una nuova trattativa per ottenere la loro liberazione ed espatrio. Tutto però è stato vanificato dalla mancanza di volontà da parte del Cremlino. I tre avvocati in carcere rappresentano un monito: gli oppositori in Russia non hanno margini d’azione.
«Tutti – dice al Dubbio l’avvocato Dmitry Zakhvatov, difensore della giornalista Marina Ovsyannikova - erano sicuri della sentenza di condanna prima ancora che si concludesse il processo. Un processo che si è svolto a porte chiuse su richiesta della pubblica accusa, nonostante le proteste della difesa. Kobzev, Lipster e Sergunin sono eroi. Stavano facendo il loro dovere e sono stati puniti per questo».
Ovd- Info, organizzazione che si occupa della difesa dei diritti umani, parla di persecuzione ai danni degli avvocati in Russia. «Vadim Kobzev, Alexey Liptser e Igor Sergunin – si legge in una nota - non dovrebbero affrontare persecuzioni per le loro attività professionali, come molti dei loro colleghi che affrontano procedimenti penali, sono sottoposti alla privazione del loro status professionale, subiscono violenze fisiche e vengono incarcerati. Nel corso di oltre dieci anni di attività, OVD- Info ha documentato come in Russia ogni anno sia sempre più difficile fornire assistenza legale alle persone perseguitate per motivi politici. La condanna degli ex avvocati di Navalny lo dimostra con chiarezza. Gli avvocati non possono essere perseguiti per il loro lavoro. La pressione sui difensori rischia di distruggere quel poco che resta dello Stato di diritto. Le autorità russe stanno ancora cercando di mantenere una apparenza in merito alla conservazione dello Stato di diritto, ma senza successo. Chiediamo il rilascio degli avvocati Vadim Kobzev, Alexey Liptser e Igor Sergunin».
Duro il commento di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale, attraverso la direttrice Marie Struthers: «Siamo di fronte a un vergognoso tentativo di ridurre al silenzio coloro che hanno osato difendere Alexei Navalny e far sentire la sua voce mentre era in carcere. Prendendo di mira gli avvocati solo per aver fatto il loro lavoro, le autorità russe stanno smantellando ciò che rimane del diritto alla difesa legale, usando per propri interessi il sistema giudiziario. Il loro unico “reato' è stato quello di chiedere giustizia e rispetto dei diritti umani».
Reazioni anche dai governi. Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha criticato Mosca. «Quasi un anno dopo la morte di Navalny – ha affermato – le autorità russe continuano a schiacciare il dissenso, imprigionando tre avvocati. Il Regno Unito e i suoi partner sono chiari: il Cremlino deve rilasciare tutti i prigionieri politici».