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Al cinquantaduesimo giorno di guerra riprendono i bombardamenti russi sulle città ucraine. Le sirene antiaeree sono risuonate a Kiev e Leopoli, dove si sono sentite forti esplosioni. Le autorità regionali hanno riferito di tre attacchi aerei russi nella regione di Kiev, oltre a segnalare altri bombardamenti nell’Ucraina orientale. Il ministero della Difesa russo aveva annunciato dopo l’affondamento della sua nave ammiraglia Moskva che avrebbe intensificato i suoi attacchi anche sulle parti del Paese dalle quale l’esercito si è in precedenza ritirato. Sono fra 2.500 e 3.000 i militari ucraini morti dall’inizio dell’invasione, ha detto il presidente ucraino Zelensky, secondo il quale invece i soldati russi che hanno perso la vita sono fra 19 e 20 mila. Quanto alle vittime civili, Zelensky ha ammesso che sono molto pù difficili da stimare. «Nel Sud del Paese - ha spiegato - dove diverse città sono bloccate, Kherson, Berdyansk, Mariupol e l’area dove si trova Volnovakha, semplicemente non sappiamo quante persone sono morte in questa area». Per il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino Liudmyla Denisova, tra le vittime ci sono almeno 200 bambini. La guerra, sostiene l’intelligence britannica, sta causando gravi danni alle infrastrutture dei trasporti, rendendo difficili i collegamenti nel Paese. Le truppe hanno accentuato i danni distruggendo porti, impiegando mine terrestri e abbandonando veicoli lungo arterie cruciali mentre si ritiravano dal nord dell’Ucraina. «La distruzione dei ponti sui fiumi a Chernihiv e dintorni ha lasciato solo un ponte pedonale intatto nella città sul fiume Desna. Prima della guerra, la città aveva 285 mila abitanti. I danni alle infrastrutture di trasporto dell’Ucraina rappresentano ora una sfida significativa nella consegna degli aiuti umanitari alle aree precedentemente assediate dalla Russia», conclude Londra.