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"Rinvio delle elezioni fino a quando la gente potrà votare in modo giusto, sicuro e garantito???". Così, coprendosi le spalle con tre punti interrogativi, Donald Trump in un tweet suggerisce quello che Joe Biden ed altri da mesi l’accusano di voler fare: sfruttare l’emergenza coronavirus per rinviare il voto per la Casa Bianca. Nel tweet infatti il presidente ribadisce la sua assoluta contrarietà all’idea del voto per posta, che invece viene caldeggiato dai democratici per poter garantire lo svolgimento delle elezioni in sicurezza: «con un voto universale per post (non il voto a distanza, che è una cosa buona) quelle del 2020 saranno le elezione più inaccurate e fraudolente della storia - afferma - sarà un grande imbarazzo per gli Stati Uniti». Nei mesi scorsi, durante la prima ondata dei casi di Covid, era stata una battuta di genero consigliere di Trump Jared Kushner - che si era detto «non sicuro» della possibilità di andare avanti con il piano di votare a novembre - a far scattare l’alzata di scudi dei democratici che hanno ricordato che non è nelle prerogative della Casa Bianca di decidere unilateralmente su una questione del genere. È infatti stabilito per legge che l’election day sia il martedì dopo il prmo lunedì di novembre e per spostare la data dovrebbe intervenire il Congresso dove, va ricordato, i democratici controllano la Camera. Ma ora l’idea viene avanzata dallo stesso Trump, accompagnata da punti interrogativi, e dalle stesse critiche al voto per posta e denunce - mai sostenute da prove - di frodi. «Il voto a distanza si è già dimostrato un disastro catastrofico - ha ripetuto oggi sempre senza portare esempi o prove - i dem parlando di influenze straniere nel voto, ma sanno che il voto per posta è un modo facile con cui i Paesi stranieri possono entrare nelle elezioni. Ed oltre a questo, non c’è un conteggio accurato». Nei mesi scorsi, durante la prima ondata dei casi di Covid, era stata una battuta di genero consigliere di Trump Jared Kushner - che si era detto «non sicuro» della possibilità di andare avanti con il piano di votare a novembre - a far scattare l’alzata di scudi dei democratici che hanno ricordato che non è nelle prerogative della Casa Bianca di decidere unilateralmente su una questione del genere. È infatti stabilito per legge che l’election day sia il martedì dopo il prmo lunedì di novembre e per spostare la data dovrebbe intervenire il Congresso dove, va ricordato, i democratici controllano la Camera. Ma ora l’idea viene avanzata dallo stesso Trump, accompagnata da punti interrogativi, e dalle stesse critiche al voto per posta e denunce - mai sostenute da prove - di frodi. «Il voto a distanza si è già dimostrato un disastro catastrofico - ha ripetuto oggi sempre senza portare esempi o prove - i dem parlando di influenze straniere nel voto, ma sanno che il voto per posta è un modo facile con cui i Paesi stranieri possono entrare nelle elezioni. Ed oltre a questo, non c’è un conteggio accurato».