«La disponibilità del sottosegretario Alfredo Mantovano a riferire al Copasir è il minimo sindacale ma del tutto insufficiente ad affrontare la complessità del problema». Così Matteo Renzi nella lettera inviata a "La Verità", parlando del caso di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran da prima di Natale.

«Nei primi giorni dell'affaire Sala», prosegue Renzi, «ha parlato sempre (e troppo) Antonio Tajani, autore di alcune frasi che definire infelici è riduttivo. La parte di relazioni diplomatiche con Iran e USA è seguita dalla Farnesina o dai servizi? Se al vertice di Palazzo Chigi c'era il ministro della Giustizia e non la direttrice del Dis, perché si sceglie di riferire al Copasir e non alle commissioni parlamentari competenti? Davvero per la premier questa vicenda riguarda solo le agenzie di intelligence e il Copasir è il luogo adatto per confrontarsi?».

Renzi chiarisce che «l'opposizione non sta usando il caso Cecilia Sala per attaccare il governo. Vogliamo riportare a casa Cecilia Sala. Se volessimo fare polemica, parleremmo di codice della strada, delle case della premier o dell'aumento delle bollette. Invece parliamo di Sala perché ci piange il cuore sapere che una giovane donna è costretta a dormire in un carcere tra i più terribili al mondo. Noi vogliamo riportare a casa una giornalista, una donna, un’italiana. Giorgia Meloni, anche lei giornalista, donna e italiana, non perderà altro tempo e farà i necessari accordi con l’Iran. L'Italia non abbandona i propri cittadini all'estero».

Renzi critica la gestione della comunicazione sul caso: «Abbiamo scoperto che Tajani ha detto il falso sulle condizioni di detenzione di Cecilia Sala. Non vogliamo strumentalizzare questa vicenda, a differenza di quanto fatto in passato da Giorgia Meloni sul caso marò. Allora, Meloni ci aggredì mediaticamente mentre noi trovavamo una soluzione con l'India. Non farò a Giorgia ciò che lei ha fatto a noi, anche perché la vicenda Sala è più semplice».

L'ex premier ribadisce: «La vita di una giornalista italiana non vale meno di quella di un americano. L'opposizione è pronta a sostenere il governo per riportarla a casa. Quando ero al governo, incontravo i leader parlamentari per fornire informazioni su casi simili. Abbiamo chiesto lo stesso approccio alla premier, ma lei ha scelto di non riceverci. Peccato, un’occasione persa per l’Italia».

Renzi conclude: «Abbiamo chiesto la convocazione dei leader dell'opposizione perché in vicende come questa il governo ha il dovere di informare passo passo. Non abbiamo alternative: gli accordi si fanno con i cattivi, non con i buoni. Anche gli americani trattano con chi sequestra i loro cittadini».