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«Sono decisioni antidemocratiche, se c’è una pandemia economica e sociale bisognerebbe coinvolgere i territori, i sindaci, le categorie professionali». Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris non ci sta: l’ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca sulla chiusura anticipata di bar e ristoranti finirà per consegnare «gli esercizi commerciali alla mafia». Ma le restrizioni in Campania sono ormai un dato di fatto: bar e ristoranti chiusi alle 23 da domenica a giovedì, e a mezzanotte il venerdì e il sabato. A stabilirlo è l'ordinanza numero 77, che estende le misure di contenimento anticovid fino al 20 ottobre. Nel documento si legge che «è fatto obbligo ai bar, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari di chiusura dell’attività dalle ore 23 alle ore 6 del giorno successivo, nei giorni da domenica a giovedì» e «dalle ore 24 alle ore 6 del giorno successivo, nei giorni di venerdì e sabato», con l’eccezione degli «esercizi presenti all’interno di strutture di vendita all’ingrosso che osservano orari notturni di esercizio». Ai ristoranti, pizzerie e altri esercizi della ristorazione (pub, vinerie, kebab e similari) «è fatto obbligo di prevedere l’ultimo ingresso dei clienti nonché degli avventori per asporto alle ore 23 per l’intera settimana». Le consegne a domicilio sono consentite senza limiti di orario. Confermato e prorogato fino al 20 ottobre, anche l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi all’aperto e durante l’intero arco della giornata, «a prescindere dalla distanza interpersonale», fatte salve le previsioni di specifici protocolli di settore come per le attività di ristorazione, bar e sport all’aperto. «Raccolgo le lacrime di chi muore per colpa di ordinanze che non colgono nel segno - ha commentato de Magistris - chiudere i ristoranti alle 23 non c’entra con la movida, l’aumento dei contagi non deriva da comportamenti all’aperto. Ci sono ben altri contesti, quest’estate è stato dato il via libera a tutti. Io sono preoccupato perché dopo tanti mesi non sono stati fatti passi in avanti sulla tutela sanitaria dei cittadini napoletani e campani. Si scarica sempre sul ragazzo fuori scuola, sul pizzaiolo, sul ristoratore, invece è drammaticamente vero che dobbiamo arrivare a queste misure senza che sul piano sanitario sia stato fatto nulla». Il sindaco di Napoli ha ribadito che «De Luca ha il diritto di fare ordinanze, ma anche dei doveri». Il governatore della Campania «nasconde i dati, non ci vengono dati i numeri», accusa De Magistris. Un diritto, quello di emettere proprie ordinanze , reclamato anche dai governatori leghisti che oggi si sono mobilitati contro il governo. «Stasera i governatori sono chiamati in videoconferenza con i Ministri Boccia e Speranza per parlare del nuovo Dpcm», scrive su twitter il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti. Se infatti Palazzo Chigi smentisce l'ipotesi di chiudere ristoranti, bar e locali e fa sapere che da parte del governo «non c'è nessuna intenzione nemmeno di anticiparne l'orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco», il nuovo Dpcm allo studio dell’esecutivo potrebbe introdurre un divieto per le Regioni di adottare norme per il contrasto al contagio meno restrittive di quelle adottate dal governo. Resta l'ipotesi di estendere l'obbligo delle mascherine all'aperto a tutta l'Italia, mentre sul "coprifuoco" si fanno le barricate. Proprio nel pomeriggio l'annuncio del leader della Lega Matteo Salvini, nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi pomeriggio a Genova insieme a Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci e al segretario ligure del Carroccio: «Prudenza sì, mascherina sì, ma sono personalmente contrario alla chiusura di attività economiche, se qualcuno proporrà la chiusura di bar ristoranti teatri e musei, i governatori della Lega diranno no. Un conto è la prudenza però tornare indietro sarebbe segnale devastante».