Continua l’offensiva di Israele sulla Striscia di Gaza, con almeno 58 morti riportati durante gli attacchi aerei notturni. Le vittime sono principalmente donne e bambini, colpiti mentre le loro abitazioni venivano distrutte a Khan Younis, Rafah, e nella città settentrionale di Beit Lahiya.

Il bilancio delle vittime e le testimonianze

Secondo fonti sanitarie, i corpi di almeno 40 palestinesi sono stati recuperati in diversi ospedali della Striscia. Tra le vittime, 16 persone, per lo più donne e bambini, sono morte nel raid che ha distrutto la casa della famiglia Abu Daqa ad Abasan al-Kabira, un villaggio vicino a Khan Younis. Questo attacco ha avuto luogo in un'area che l’esercito israeliano aveva ordinato di evacuare all’inizio della settimana.

Testimoni come Hani Awad, che ha partecipato alle operazioni di soccorso, hanno descritto scene drammatiche: «La casa è crollata sopra le teste delle persone». L’ospedale europeo di Rafah ha ricevuto 36 corpi a seguito degli attacchi, mentre l'ospedale Nasser di Khan Younis ha registrato altre sette vittime. Anche l'ospedale indonesiano nel nord di Gaza ha ricevuto 19 corpi.

Le reazioni alla crescente ondata di violenza

Israele ha intensificato i raid a partire da martedì, e il ministero della Salute di Gaza, sotto il controllo di Hamas, ha dichiarato che più di 400 palestinesi sono stati uccisi durante il 18 marzo, con un numero significativo di donne e bambini tra le vittime. Non ci sono stati commenti ufficiali immediati da parte delle forze armate israeliane, ma l'IDF (Israeli Defense Forces) ha ribadito che i suoi attacchi sono mirati esclusivamente ai militanti e ha attribuito la responsabilità delle morti civili a Hamas, accusato di operare nelle aree residenziali.