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Nuovo ricovero d'urgenza per Raffaele Cutolo. L'ex boss della Nuova Camorra Organizzata, detenuto al regime di 41bis nel carcere di Parma, è stato trasferito nel reparto dell'ospedale riservato ai detenuti, sempre a Parma, in seguito a una crisi respiratoria. La notizia, che appare oggi sul quotidiano napoletano "Il Mattino", è stata però comunicata soltanto ieri ai familiari e al suo legale, l’avvocato Gaetano Aufiero. «Anche sulle condizioni di salute - dice l’avvocato che da anni segue Cutolo - le notizie sono molto scarne e vengono trasmesse con ritardo». «Vogliono ammazzare mio marito - denuncia la moglie, Immacolata Iacone. Non ci danno informazioni sulle sue reali condizioni di salute, si sono limitate a dire che è finito in ospedale solo per qualche colpo di tosse, cosa poco credibile. L’ultima volta che l’ho visto, al colloquio mensile, era spento, indifferente, incapace di qualsiasi reazione emotiva. È la prima volta che accade dopo tanti anni di detenzione» Le condizioni di salute del 79enne di Ottaviano conosciuto come "il professore", con un quadro clinico aggravato da altre patologie, risultano molto delicate. Risale al 19 febbraio scorso l'ultimo trasferimento d'urgenza dal carcere di Parma, dove è recluso da alcuni anni. Gli viene diagnosticata una polmonite bilaterale, con l’aggravamento anche di altre patologie, come il diabete e una disfunzione delle vie urinarie. L’emergenza Coronavirus non è ancora esplosa, neppure quando esce, il 9 marzo scorso, sono già scattate le misure di sicurezza. Il 21 marzo il Dap emana una circolare con la quale si chiede alle strutture penitenziarie di monitorare le condizioni di salute dei detenuti ultra settantenni, con eventuale segnalazione dei casi più particolari ai magistrati di Sorveglianza. È l’occasione per alcuni detenuti in regime di 41 bis per chiedere i domiciliari o il trasferimento in strutture sanitarie più adeguate dell’infermeria di un carcere. Anche Raffaele Cutolo decide di percorrere questa strada. Il suo legale, l’avvocato Gaetano Aufiero, il 23 aprile scorso presenta un’istanza al magistrato di Sorveglianza del tribunale di Reggio Emilia. Una corposa documentazione sanitaria vorrebbe dimostrare l’incompatibilità dell’anziano e malato boss con il regime carcerario duro. Il 12 maggio però il magistrato esprime parere negativo. Cutolo resta in carcere e l’iter giudiziario prosegue, con un ricorso al tribunale di Sorveglianza di Bologna, che il 10 giugno scorso comunque rigetta il ricorso. «Raffaele Cutolo non è un brand, è un uomo malato», spiega il 10 giugno scorso Aufiero, rammaricato per l’ennesimo no a una condizione detentiva diversa dal carcere al regime del 41 bis per il suo assistito.