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Chesa Boudin
È accaduto a San Francisco, roccaforte della sinistra liberal americana, città della beat generation e dell’orgoglio gay: il procuratore generale Chesa Boudin è stato destituito tramite un referendum popolare perché gli elettori lo ritengono troppo “permissivo”. Contestando la sua politica di scarcerazioni senza pagamento di cauzione che è stata il marchio di fabbrica nei tre anni in cui ha diretto la procura, svuotando in modo cospicuo le carceri della contea perennemente sovraffollate. Simpatizzante del movimento antirazzista Black lives matter, Boudin non ha invece esitato a incriminare gli agenti di polizia che si sonio macchiati di violenze gratuite, attirandosi gli odi dei conservatori. Ma neanche i progressisti, ovvero il suo elettorato naturale assieme alle minoranze etniche, afro, ispanici e asiatici, hanno apprezzato il suo lavoro, criticando il progressivo degrado dell’ordine pubblico in un’area un tempo relativamente tranquilla rispetto ad altre metropoli d’oltreoceano.
I numeri in effetti sono preoccupanti: tra il 2019 (anno in cui Chesa entra alla procura della città californiana) e la fine del 2020 i reati nell’area metropolitana hanno conosciuto un fortissimo incremento. Più 37% di omicidi, più 45% di furti e rapine, specialmente nei negozi. Boudin ha depenalizzato lo spaccio di Fentanil (un analgesico potente 80 la morfina che negli Usa porta alla morte di migliaia di persone ogni anno) e non ha mandato in prigione gli autori di furti al di sotto dei 900 dollari. E in diverse interviste ha sostenuto che «le prigioni sono piene a causa di un sistema giudiziario razzista e discriminatorio nei confronti di neri e latino». Ma la sua interpretazione radicale del ruolo di procuratore in una nazione permeata dall’idea di castigo biblico e che pratica ancora diffusamente la pena di morte, non ha convinto la sua base. Il caso che ha fatto precipitare la popolarità di Boudin Boudin è quello di Deshaune Lumpkin, una diciassettenne che ha sparato e ucciso un bambino di appena 6 anni. Boudin ha deciso di processare Lumpkin ma come minorenne incensurata e di conseguenza ha ricevuto solo 7 anni di carcere, decisione che è stata criticata dai media e dalla famiglia della vittima.
«Ha avuto una condanna lieve perché non è stato un omicidio premeditato né a sfondo razziale», si era giustificato con i media. Possibile che l’impennata del crimine a San Francisco dipenda dalla linea morbida di Boudin? L’ex procuratore capo però non ci sta a passare per l’amico dei criminali e il responsabile del crescente clima di insicurezza che aleggia in città. Sostiene che i reati sono aumentati innegabilmente ma non a causa delle scarcerazioni o della clemenza che ha mostrato di fronte a piccoli furti da parte di persone in stato di necessità, ma per la pandemia di Covid 19: «Il virus ha diffuso tanta disperazione economica e una crisi sociale senza precedenti in mancanza di turisti il target degli autori dei furti si è spostato sui residenti e sui piccoli commerci».
In effetti nel biennio in cui il Covid ha imperversato il numero di reati, che era in costante decrescita da anni, è clamorosamente aumentato in ogni area degli Stati Uniti. Anche a New York dove il sindaco dem Erica Adams ha adottato la linea della tolleranza zero che fece le fortune di Rudolph Giuliani.