Graziare chi è stato condannato per aver aggredito agenti e poliziotti durante l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio di 4 anni, come Donald Trump ha promesso di fare una volta tornato alla Casa Bianca, invierebbe un messaggio sbagliato riguardo alla sicurezza delle forze dell’ordine. È quanto afferma il capo della U.S. Capitol Police, J. Thomas Manger, in un’intervista pubblicata dal Washington Post nel giorno del quarto anniversario dell'assalto dei sostenitori di Trump e nel giorno in cui verrà ufficialmente ratificata la vittoria elettorale del tycoon.

«Che messaggio invierebbe agli agenti di polizia di tutto il Paese il fatto che qualcuno pensa che la condanna per aggressione o peggio di un agente non sia una cosa da confermare, considerando quello che chiediamo ogni giorni agli agenti?», ha affermato Manger che guida i 2300 agenti che oggi garantiranno la sicurezza al Congresso durante la cerimonia di certificazione. Prima e dopo la vittoria elettorale, Trump ha più volte promesso azioni di clemenza per i quasi 1600 suoi sostenitori incriminati per il 6 gennaio, circa 600 per aggressione ad agenti di polizia, da lui in gran parte considerati «prigionieri politici» ingiustamente perseguiti da un dipartimento di Giustizia politicizzato.

«Questo non riguarda un presidente in particolare o un particolare atto di clemenza, riguarda gli agenti di polizia a cui viene chiesto di fare determinate cose e la comunità che li sostiene quando vengono colpiti, feriti, aggrediti o uccisi», ha aggiunto Manger che ha preso la guida del corpo di polizia del Congresso dopo l'assalto del 6 gennaio in cui almeno 140 agenti sono rimasti feriti. L'assalto ha anche contribuito alla morte di 4 agenti, tre dei quali si sono suicidati. 

Ai fatti di Capitol Hill fa riferimento in un passaggio anche il messaggio di  Kamala Harris in un video diffuso poche ore prima di presiedere la seduta a camere riunite al Congresso in cui verrà ufficialmente ratificata la vittoria elettorale di Donald Trump. «Oggi svolgerò il mio compito costituzionale come vice presidente certificando i risultati delle elezioni del 2024. Questo compito è un obbligo sacro che io rispetterò guidata dall'amore per il Paese, la lealtà verso la nostra Costituzione e la mia inflessibile fiducia nel popolo americano», afferma l’ex candidata dem sconfitta alle urne lo scorso 5 novembre. 

«La pacifica transizione del potere è uno dei principi più fondamentali della democrazia americana», prosegue Harris sottolineando come questo principio «distingua il nostro sistema del governo dalla monarchia o dalla tirannia». Parole che suonano appunto come un riferimento a quanto avvenuto il 6 gennaio di quattro anni, fa quando migliaia di sostenitori di Trump, dopo un comizio dell’allora presidente che li aveva esortati a marciare su Capitol Hill, assaltarono il Congresso per opporsi alla certificazione della vittoria di Joe Biden. «Come abbiamo visto la nostra democrazia può essere fragile – conclude Harris nel suo messaggio - e ognuno di noi ha il dovere di schierarsi a difesa dei nostri più amati principi»