Jeffrey Epstein ha staccato un assegno da 500.000 dollari a
Virginia Giuffre nel 2009 per mettere fine alle sue accuse di abusi sessuali. Dopo anni nell'ombra il testo del patteggiamento è stato pubblicato nell'ambito dell'azione legale avviata dalla donna negli Stati Uniti
contro il principe Andrea. E proprio i legali del duca di York lo ritengono un documento essenziale per archiviare in via definitiva la causa civile. L'intesa, a loro avviso, vieta infatti a Giuffre, principale accusatrice, di procedere:
firmandola ha accettato - è la tesi - di mettere fine alle azioni legali contro tutti coloro legati al milionario morto suicida in carcere.
Il principe Andrea tra i "potenziali imputati" insieme a Jeffrey Epstein
Nell'accordo Andrea non è nominato esplicitamente ma il documento di nove pagine fa riferimento a tutti i «potenziali imputati»,
una formula che secondo gli avvocati del figlio della regina Elisabetta lo include e quindi lo scherma da qualsiasi ulteriore implicazione giudiziaria. Il patteggiamento è stato firmato il 25 novembre del 2009 da Epstein a
Palm Beach e il 17 novembre da Giuffre in Australia. E precisa come «non avrebbe dovuto in nessun modo essere interpretato come un'ammissione da parte di Epstein» di violazione di leggi federali o statali. I legali di Giuffre respingono l'interpretazione dei difensori del duca di York e spiegano come il patteggiamento non ha nulla a che fare con il caso riguardante Andrea,
accusato di aver abusato sessualmente della donna a New York, Londra e alle isole Vergini americane. Nella capitale britannica Giuffre sarebbe stata portata da Epstein che l'avrebbe poi presentata al principe Andrea, al quale la donna allora 17enne sarebbe poi stata «prestata» per favori sessuali.
Di quegli incontri con il duca, Giuffre ha ricordato più volte un particolare, il fatto che sudava copiosamente. Nonostante alcune foto li immortalassero insieme, il terzogenito della regina ha sempre smentito seccamente gli incontri con Giuffre spiegando addirittura, nel corso di una controversa e criticata intervista, di avere un alibi. Non solo perché nelle sere incriminate era impegnato con una delle figlie. Ma soprattutto perché lui non è stato per molto tempo in grado di sudare, a causa di una overdose di adrenalina ricevuta per una ferita durante la guerra delle
Falklands.
Il patteggiamento è stato reso noto in vista dell'attesa udienza di martedì 4 gennaio, quando il giudice Lewis Kaplan potrebbe decidere il futuro dell'azione legale, ovvero se procedere o meno. Anche nel caso di uno stop della causa per il principe Andrea il clima in casa è pesante.
Principe Andrea e Buckingham Palace col fiato sospeso
Secondo la stampa britannica rischia infatti di essere escluso definitivamente da ogni ruolo pubblico della famiglia reale, dopo essere stato già sospeso nei mesi scorsi in seguito all'esplosione dello scandalo.
Come se non bastasse il veterano del corpo d'elite delle Grenadier Guards, di cui Andrea è comandante d'onore dopo aver ereditato il titolo di "colonnello del reggimento" nel 2017 da suo padre, lo scomparso principe Filippo, ha chiesto pubblicamente dalla colonne del
Times le sue dimissioni formali e immediate. La sua immagine - ha scritto
Julian Perreira, sergente a riposo del corpo e reduce dell'Afghanistan - rappresenta ormai
«una macchia per le Grenadier Guards» data la condanna già comminata a
Ghislaine Maxwell, l'ex socialite riconosciuta colpevole da una giuria di aver cospirato con Epstein per attirare e circuire ragazze minorenni a scopo sessuale. Una colpevolezza che rischia di far scontare 65 anni di carcere a Maxwell e che ha aumentato le preoccupazioni dei legali di Andrea, che avevano tentato invano di far tramontare definitivamente la causa di Giuffre rivendicando un problema di giurisdizione. In attesa della decisione del giudice,
il principe Andrea e Buckingham Palace sono con il fiato sospeso e sperano di poter voltare pagina