Una data è fissata in rosso sul calendario delle cancellerie di mezzo mondo: 24 febbraio 2025, cioè lunedì. Quel giorno, diversi leader dell’Unione europea saranno a Kyiv per celebrare i tre anni di strenua resistenza ucraina all’invasione russa ordinata da Vladimir Putin. Il quale lo stesso giorno, secondo alcune indiscrezioni di stampa ucraina e tedesca, potrebbe al contrario annunciare la vittoria, cioè la fine di quella guerra che il Cremlino ha sempre voluto chiamare operazione speciale” per cercare inutilmente di coprire, almeno a parole, tre anni di bombardamenti, uccisioni, rapimenti e stupri.

In mezzo ci sono gli Stati Uniti, vero king maker della situazione che ormai da giorni si sono allontanati dall’alleato ucraino per avvicinarsi all’aggressore russo, con insulti nemmeno troppo velati del neo presidente a stelle e strisce Donald Trump al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky.

Eppure ieri l’inviato d ella Casa Bianca per l’Ucraina, Keith Kellogg, ha provato a gettare acqua sul fuoco dichiarando di aver avuto un colloquio «positivo» il giorno prima a Kyiv con il «coraggioso» presidente ucraino. «Una discussione approfondita e positiva con Zelensky il leader coraggioso e combattivo di una nazione in guerra», ha scritto il funzionario.

Nel frattempo i leader cercano di muoversi, un po’ alla rinfusa a dire la verità, per cercare una posizione comune e rispondere alle uscite aggressive di Trump e del suo fido Elon Musk, il quale è arrivato a dire che Zelensky «si nutre dei cadaveri dei soldati ucraini». Ma lunedì 24 febbraio sarà un giorno importante anche perché la Germania si sarà appena svegliata dopo il voto di domenica che potrebbe cambiare, o forse no, gli equilibri interni alla politica tedesca e non solo, in base al risultato dell’estrema destra di Afd, sostenuta da Musk.

E lunedì stesso si terrà anche la riunione del Consiglio Esteri dell’Ue, nel quale si discuterà un pacchetto di aiuti dai 6 ai 10 miliardi di euro per il sostegno all’Ucraina, come si legge è il contenuto di un non paper che il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) ha inviato agli Stati membri europei. Il documento, del quale l’AGI ha preso visione, «mira ad accelerare e concentrare gli sforzi dell’Ue e dei Paesi membri per soddisfare le esigenze più urgenti a breve termine dell’Ucraina». L’iniziativa, chiede l’erogazione di un sostegno aggiuntivo a Kyiv «il prima possibile nel 2025».

Fra le azioni principali, è prevista la fornitura di artiglieria di grosso calibro, con un obiettivo minimo di 1,5 milioni di munizioni, sistemi di difesa aerea (compresi droni) e il sostegno alle truppe ucraine, sia in termini di attrezzatura che di addestramento. Se non si riuscisse a ottenere l’unanimità per l’approvazione del pacchetto, dato il probabile no dell’Ungheria, ha spiegato una fonte diplomatica europea, il piano potrebbe essere approvato da una coalizione di «Paesi volontari», sulla scia del recente vertice di Parigi convocato dal presidente francese Emmanuel Macron. L’ammontare totale dell’iniziativa, continua il diplomatico Ue, dovrebbe partire da un minimo di 6 miliardi di euro, che potrebbe aumentare fino a 10. Il piano del Seae è aperto anche ai Paesi non Ue, come Canada o Regno Unito, ha specificato la fonte.