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Vladimir Putin scappa da Mosca e dalla vicina sala da concerto Crocus in cui venerdì scorso si è consumato l’atto terroristico in cui sono morte almeno 140 persone, un bilancio destinato a salire dato il numero elevato di dispersi. Messo in difficoltà dall’attentato che i suoi servizi non hanno saputo anticipare, il presidente russo non ha voluto visitare il sito del massacro rivendicato dall’Is ma attribuito, con diverse gradazioni di incertezza, a una pista ucraina non sostenuta da nulla e negata perfino dall’alleato Aleksandr Lukashenko, che ha precisato come gli assalitori in fuga fossero diretti verso la Bielorussa e non verso l’Ucraina.
Putin ha quindi scelto Torzhok, capitale del ricamo in filo d’oro che ha servito gli zar, le bandiere della nomenklaura in epoca sovietica e ora la Chiesa ortodossa, nella regione di Tver, nel nord ovest del Paese, fra Mosca e San Pietroburgo, per un bagno di folla di un centinaio di novotory (come vengono chiamati gli abitanti della città che un tempo si chiamava Novy Torg), uomini, donne e bambini riuniti nell’attesa del corteo di auto del Presidente dietro transenne. La coreografia predisposta dal Cremlino ha visto Putin scendere dalla sua limo e accogliere l’applauso caloroso degli astanti «in attesa da ore», come ha scritto il sito di notizie locale Perviy Tverskoy. Il presidente ha quindi firmato il libro con una sua foto in copertina di una donna anziana e baciato un ragazzino di dieci anni, circondato da guardie del corpo. «Erano 20 anni che la aspettavo», si è sentito dire a una donna.
Putin ha poi visitato il museo della cittadina dove ha ricevuto un regalo ed è intervenuto in favore del «vero patriottismo», assicurando che la sua visita, in programma da tempo, è slittata a causa dell’attentato al Crocus. I preparativi per la visita erano iniziati il giorno prima, con lavori sulle strade e coperture provvisorie dei decrepiti edifici del centro. A pochi chilometri di distanza, nella base aerea di Torzhok, Putin ha ripreso i panni del comandante in capo liquidando come «una totale assurdità» la possibilità che la Russia invada l’Europa, una idea che scaturisce, ha aggiunto, «da una economia in caduta e dal deterioramento degli standard di vita».
Il Presidente russo ha aggiunto che le forze di Mosca considereranno come «obiettivi legittimi» gli F-16, «se decolleranno dalle basi aeree di Paesi terzi», vale a dire l’Ucraina, e se saranno usati contro le forze russe. E questo vale in qualunque punto si trovino gli aerei da guerra che l’Occidente sta fornendo all’Ucraina, ha precisato Putin rispondendo a chi gli chiedeva esplicitamente se gli F-16 sarebbero stati colpiti anche in basi Nato, se sono usati da li (peraltro una possibilità non esistente, ndr). L’addestramento dei piloti ucraini per gli F-16 è già iniziato in Danimarca.
L’idea di una possibile invasione russa dell’Europa è quindi, per Putin, «una totale assurdità che ha come obiettivo solo quello di intimidire la gente per far pagare più soldi». «Non si tratta di propaganda, ma di quello che sta accadendo davvero. Devono giustificarsi, quindi intimidiscono la gente con una potenziale minaccia russa nel momento in cui cercano di espandere la loro dittatura al mondo intero».
Nel frattempo, Pyongyang ha reso noto oggi, attraverso l’agenzia di stampa ufficiale Kcna, che il direttore dei servizi di intelligence estera russi (Svr) Sergei Naryshkin è stato in Corea del Nord all’inizio della settimana, per incontrare il ministro per la Sicurezza dello Stato nordcoreano, Ri Chang Dae, con cui ha discusso «del rafforzamento della cooperazione per affrontare le attività di spionaggio in aumento e i complotti delle forze ostili».