Nel trentaseiesimo giorno di guerra, le forze russe hanno continuato a bombardare le principali città ucraine, tra cui la capitale Kiev, Chernihiv e Kharkiv, nonostante le affermazioni di Mosca su un ridimensionamento delle operazioni che le avrebbe consentito di concentrarsi sulla regione orientale del Donbass. I recenti attacchi sono parsi prendere di mira le infrastrutture chiave di queste città, come i siti di stoccaggio del carburante, al fine di infliggere danni alle operazioni logistiche dell’Ucraina, hanno affermato le autorità regionali. I combattimenti sono continuati a Brovary, a nord-est di Kiev, ed è stato segnalato un movimento di truppe russe in direzione Nord, forse una ridistribuzione su altri assi di avanzamento, spiega l’Istituto per lo studio della guerra (Isw). Sembra invece concreto il ritiro russo dall’area di Chernobyl, confermato sia da Kiev che dal giornalista bielorusso Anton Motolko, che ha parlato di 100 mezzi militari rientrati in Bielorussia dall’area della centrale nucleare dismessa. Secondo il premier polacco Morawiecki, le truppe russe «cercheranno di circondare le forze ucraine molto presto, in particolare nella regione del Donbass. E poi, dopo aver conquistato un terzo del territorio ucraino, vorranno negoziare da questa... posizione molto forte». Putin: "Gas in rubli, o stop alla fornitura" La guerra va avanti anche sul piano economico: i contratti esistenti per l’export del gas russo saranno sospesi se gli acquirenti di «Paesi ostili» non rispettano i nuovi termini di pagamento delle consegne di gas. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin dopo aver appena firmato il decreto con le nuove regole per il pagamento del gas russo. Si tratta diuna mossa che, sul piano economico, ha lo scopo di aumentare la domanda di rubli ed evitare un collasso della valuta russa. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha fatto notare che i contratti prevedono il pagamento in euro e chiedere di saldare in un’altra valuta costituirebbe una violazione. La soluzione proposta da Putin prevede di effettuare versamenti in euro a Gazprombank, non colpita da sanzioni, che poi provvederebbe a cambiarli in euro. Il decreto non significa che domani qualcuno dei clienti di Gazprom possa rimanere senza gas: l’azienda dovrebbe ricevere i primi pagamenti del gas in rubli in base ad alcuni contratti nella seconda metà di aprile e in base ad altri a maggio, ha precisato una fonte alla Ria Novosti. Parigi e Berlino, nondimeno, hanno rigettato la proposta come un «ricatto».
Il punto
La Russia ha elogiato gli sforzi dell’Italia e del Vaticano per la pace e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha sottolineato che l’Italia è richiesta come garante sia da Mosca sia da Kiev. L’ Ucraina ha espresso un moderato ottimismo sui colloqui con la Russia, che riprenderanno domani, secondo quanto annunciato da Kiev. Un incontro tra i ministri degli Esteri Lavrov e Kuleba, sarà possibile tra un paio di settimane, secondo la Turchia. Il segretario generale della Nato Stoltenberg ha sottolineato la necessità delle spese per la Difesa, ha precisato che il 2% è il minimo e che gli Stati possono spendere di più, e ha confermato l’adesione rapida della Finlandia in casi di domanda di Helsinki. Domani la guerra sarà al centro del summit Ue-Cina. Intanto la popolarità di Putin è alle stelle nonostante la guerra: l’83% dei russi approva l’operato del presidente, secondo un sondaggio del principale istituto indipendente del Paese. Putin ha accusato l’Occidente di aver avviato già da molti anni una guerra economica contro la Russia, con sanzioni già decise da tempo. Il presidente russo ha accusato gli Usa di cercare di risolvere i propri problemi a scapito altrui e di spingere l’Europa ad acquistare il gas americano, che è più caro di quello russo.
Londra vara nuove sanzioni contro «la sfacciata propaganda russa»
Mikhail Mizintsev, direttore del Centro nazionale russo per la gestione della difesa, è tra i nomi aggiunti alla lista delle personalità colpite dalle nuove sanzioni britanniche. Mizintsev è accusato di aver diretto il sanguinoso assedio alla città di Mariupol in cui sono state prese di mira le strutture civili: a lui viene addossata la responsabilità del bombardamento del reparto maternità dell’ospedale cittadino, le cui devastanti conseguenze sono state documentate nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo. Lui avrebbe dato ordine di bombardare il teatro dove 300 civili si erano raccolti, teatro colpito mentre era in corso la distribuzione di cibo e acqua. A dargli l’appellativo di "macellaio di Mariupol" è stato Olexander Scherba, ex ambasciatore ucraino in Austria, che - riporta oggi il britannico Express - ha condiviso la clip audio di un’intercettazione telefonica in cui il generale russo chiederebbe ad un sottoposto perché un soldato sorpreso a non indossare l’uniforme corretta non fosse ancora «stato mutilato» per punizione. «Perché nessuno gli ha tagliato le orecchie? Perché questo idiota non sta ancora zoppicando?», avrebbe detto. Nel corso di briefing in video, il generale ha definito gli ucraini «banditi» e «neo-nazisti» accusandoli di «terrorismo di massa». Oleksandra Matviichuk, capo del Centro ucraino per le libertà civili, ha chiesto che Mizintsev venga accusato di crimini di guerra all’Aja. Secondo ufficiali ucraini il generale russo ha orchestrato attacchi simili a quelli ucraini in Siria, lasciando la città di Aleppo distrutta dalle bombe.
Pronta l'evacuazione da Mariupol
Un nuovo convoglio di 17 pullman è partito per Berdyansk ed è diretto verso Mariupol scortato dalla polizia. La colonna si è unita a quella che ieri era a Vasylivka con 28 bus, per un totale di 45 mezzi. L’arrivo a Berdyansk è previsto in giornata. I cittadini di Mariupol saliranno a bordo dei bus a partire da domani. In totale a Zaporizhia sono stati evacuati 80442 residenti di Mariupol.
Forte esplosione nel centro di Kiev
Una forte esplosione è stata udita nel centro di Kiev. Lo riporta il Kyiv Independent, precisando che le esplosioni possono essere dovute all’abbattimento di un missile russo da parte delle difese aeree o al fatto che un missile russo abbia colpito un obiettivo.
Mosca vieta l'ingresso ai leader Ue
Alcune delle principali autorità dell’Unione europea e altre figure pubbliche non potranno entrare in Russia in risposta a quelle che il Cremlino ha descritto come politiche anti-russe. «Le restrizioni si applicano ai vertici dell’Unione Europea; tra cui un certo numero di commissari europei e capi delle strutture militari dell’Ue, nonché la stragrande maggioranza dei membri del Parlamento europeo che promuovono politiche anti-russe», ha annunciato il ministero degli Esteri russo. Mosca ha affermato che la lista nera include anche rappresentanti di alcuni Stati membri dell’Ue, personaggi pubblici e giornalisti ritenuti «personalmente responsabili della promozione di sanzioni illegali anti-russe, dell’incitamento ai sentimenti russofobici e della violazione dei diritti e delle libertà dei russofoni».