Le proteste antigovernative in Bangladesh hanno causato la morte di 300 persone nell'ultimo mese, secondo un conteggio di Afp basato su report della polizia e bollettini di medici e ospedali. Domenica, 94 persone sono decedute durante gli scontri. La capitale Dacca è presidiata da soldati e poliziotti che controllano le strade per prevenire ulteriori disordini.

Gli attivisti antigovernativi hanno pianificato di marciare verso Dacca lunedì, dopo un fine settimana di violenze che ha lasciato decine di morti. Le autorità hanno imposto un coprifuoco per un periodo indefinito e interrotto il servizio di internet mobile nel tentativo di fermare i disordini. Secondo il principale quotidiano in lingua bengalese, Prothom Alo, almeno 95 persone, tra cui 14 agenti di polizia, sono morte negli scontri di domenica.

Le manifestazioni sono iniziate con gli studenti che chiedevano la fine di un sistema di quote per i posti di lavoro governativi. Gli scontri con la polizia e gli attivisti pro-governo hanno portato a una violenza che ha causato più di 200 morti. I leader della protesta e dell'opposizione hanno chiesto le dimissioni del primo ministro Sheikh Hasina, ampliando le proteste in tutto il paese.

Violente proteste in Bangladesh contro il governo

Il coprifuoco imposto dall'esercito è iniziato domenica sera e copre Dacca e altre sedi divisionali e distrettuali. Il governo ha inoltre annunciato una chiusura straordinaria da lunedì a mercoledì. Le corti sono chiuse indefinitamente e il servizio di internet mobile è stato interrotto, rendendo inaccessibili Facebook e le app di messaggistica come WhatsApp.

Hasina ha affermato che i manifestanti impegnati in "sabotaggio" e distruzione non sono più studenti, ma criminali, e ha esortato la popolazione a trattarli con fermezza. Il partito al governo, Awami League, ha dichiarato che la richiesta di dimissioni di Hasina dimostra che le proteste sono state prese in mano dal principale partito di opposizione, Bangladesh Nationalist Party, e dal partito ora bandito Jamaat-e-Islami.

Almeno 11.000 persone sono state arrestate nelle ultime settimane. Le scuole e le università in tutto il paese rimangono chiuse e le autorità hanno imposto un coprifuoco con ordine di sparare a vista. Durante il fine settimana, i manifestanti hanno chiesto un'azione di "non-cooperazione", invitando la popolazione a non pagare tasse o bollette e a non presentarsi al lavoro. Tuttavia, uffici, banche e fabbriche hanno aperto, ma i pendolari a Dacca e in altre città hanno affrontato difficoltà nel raggiungere il lavoro.

Le proteste sono iniziate il mese scorso con gli studenti che chiedevano la fine di un sistema di quote che riserva il 30% dei posti di lavoro governativi alle famiglie dei veterani della guerra d'indipendenza del Bangladesh contro il Pakistan nel 1971. La Corte Suprema del paese ha stabilito che la quota per i veterani deve essere ridotta al 5%, con il 93% dei posti assegnati in base al merito. Il governo ha accettato la decisione, ma i manifestanti continuano a chiedere responsabilità per la violenza attribuita all'uso della forza da parte del governo.

Hasina ha offerto di parlare con i leader degli studenti, ma un coordinatore ha rifiutato, chiedendo invece le sue dimissioni. Hasina ha ribadito le sue promesse di indagare sulle morti e di punire i responsabili della violenza.