«Proteggerò le donne, che a loro piaccia o no». In un comizio in Wisconsin, Donald Trump rilancia la promessa, con toni in effetti un po’ minacciosi, di voler essere il «paladino delle donne», già fatta lo scorso settembre, provocando un’alzata di scudi da parte delle organizzazioni delle donne per i toni paternalistici che arrivano dall’ex presidente che si vanta di aver nominato i tre giudici alla Corte Suprema che hanno reso possibile l’abrogazione del diritto costituzionale all’aborto.

Per questo, ha rivelato l’ex presidente del suo comizio, i suoi consiglieri gli avevano detto di non ripetere più questa cosa. «Mi ha detto, signore, pensiamo che sia inappropriato per lei dire queste cose - ha detto Trump - io pago questi tizi un sacco di soldi, vi rendete conto. Beh, io proteggerò le donne, che piaccia a loro o no. Le proteggerò dai migranti che entrano nel Paese, le proteggerò dai Paesi stranieri che vogliono colpirci con missili e con altre cose».

L’uscita di Trump, che nelle intenzioni del tycoon dovrebbe fargli conquistare terreno tra le elettrici che a grandissima maggioranza gli preferiscono Kamala Harris, è stata immediatamente stigmatizzata dalla campagna democratica, che ha sottolineato come questa provi che al repubblicano non ha nessun rispetto per le donne. «Donald Trump pensa che lui debba prendere a decisione su cosa fare con il vostro corpo, che a voi piaccia o no», ha scritto su X Harris che accusa Trump di voler adottare a livello nazionale le stesse leggi che restringono o aboliscono del tutto la libertà riproduttiva, mettendo a rischio la vita delle donne, che sono state adottate in decine di stati a guida repubblicana. «Donald Trump vieterebbe l’aborto a livello nazionale, limiterebbe l’accesso al controllo delle nascite, metterebbe a rischio i trattamenti di fecondazione assistita e costringerebbe gli Stati a monitorare le gravidanze delle donne. Non torneremo indietro», ha scritto ancora Harris.