Amnesty International ha chiesto che i responsabili delle violazioni dei diritti in Siria affrontino la giustizia dopo la caduta di Bashar al-Assad, definendola una "opportunità storica" per porre fine a decenni di abusi.

"I sospetti autori di crimini di diritto internazionale e di altre gravi violazioni dei diritti umani devono essere indagati e, se giustificato, perseguiti per i loro crimini", ha dichiarato in un comunicato Agnes Callamard, responsabile del gruppo per i diritti con sede a Londra. Per il quale qualsiasi procedimento giudiziario dovrebbe avvenire in "processi equi e senza la possibilità della pena di morte". "Il passo più importante è la giustizia, non la punizione", ha aggiunto la Callamard, esortando "le forze di opposizione a liberarsi dalla violenza del passato".

Callamard ha accusato Assad e suo padre Hafez al-Assad di aver sottoposto i siriani a molteplici "crimini di guerra" e "crimini contro l'umanità" durante i loro cinque decenni al potere. Il segretario generale di Amnesty ha anche chiesto di raccogliere e conservare "le prove di qualsiasi crimine commesso, passato o presente, per garantire la responsabilità". "Tali informazioni potrebbero fornire prove fondamentali sulla sorte delle persone scomparse ed essere utilizzate in futuri procedimenti e processi per crimini di diritto internazionale", ha aggiunto Callamard. "Per le famiglie delle decine di migliaia di persone scomparse con la forza in Siria, il rilascio dei detenuti dalle numerose prigioni del Paese... solleva la prospettiva di poter finalmente scoprire la sorte dei loro cari scomparsi", ha dichiarato la Callamard. Che ha esortato la comunità internazionale a "sostenere le vittime delle atrocità del governo di Assad per ottenere giustizia e risarcimenti per i crimini commessi in Siria secondo il diritto internazionale".

Dall’inizio della rivolta del 2011, Amnesty International ha denunciato che le forze governative siriane, con l’appoggio della Russia, hanno ripetutamente attaccato aree controllate dai gruppi dell’opposizione armata, compiendo attacchi indiscriminati e diretti contro centri abitati, ospedali e altre strutture mediche con l’artiglieria e l’aviazione, spesso usando munizioni prive di guida come i barili-bomba, le bombe a grappolo e le armi incendiarie.
“Dopo oltre 50 anni di brutalità e repressione, la popolazione della Siria può finalmente avere l’opportunità di vivere libera dalla paura e di veder rispettati i suoi diritti. Sotto la presidenza di Bashar al-Assad e, prima di lui, di suo padre Hafez al-Assad, abbiamo visto un’orribile sequenza di violazioni dei diritti umani che ha causato indicibili sofferenze umane su vasta scala: attacchi con armi chimiche e con barili-bomba, ulteriori crimini di guerra e poi uccisioni, torture, sparizioni forzate e sterminii che costituiscono crimini contro l’umanità. Ora questa opportunità storica dev’essere colta e dev’esserci riparazione per decenni di gravi violazioni dei diritti umani”. è l’appello di Amnesty International.