Diverse persone sono state arrestate in Svizzera nell'ambito di un'inchiesta della Procura del cantone di Sciaffusa sul decesso di una donna tramite la capsula “Sarco”, un dispositivo per il suicidio assistito che riempie l'ambiente di azoto provocando la morte. I reati ipotizzati sono quelli di istigazione e assistenza al suicidio.

Exit International, gruppo per il suicidio assistito con sede nei Paesi Bassi, ha dichiarato di essere il realizzatore del dispositivo stampato in 3D, il cui sviluppo è costato oltre un milione di dollari. Il gruppo ha spiegato che la donna di 64 anni del Midwest, negli Stati Uniti, soffriva di “grave compromissione immunitaria” ed è morta lunedì pomeriggio in Svizzera vicino al confine con la Germania.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti elvetici, “lunedì 23 settembre alle 16:40 la Procura è stata informata che, nel pomeriggio, in un casolare nel bosco era avvenuto un suicidio assistito attraverso l'utilizzo della capsula Sarco”. Sul posto sono stati svolti dei rilievi dalla Procura cantonale, dai poliziotti di Sciaffusa e dal medico legale.

Inoltre, “sono stati chiamati specialisti dell'Istituto forense di Zurigo (FOR) e dell'Istituto di medicina legale di Zurigo (IRMZ). La capsula Sarco è stata sequestrata e la persona deceduta è stata portata all'IRMZ per l'autopsia. Inoltre, diverse persone nella zona di Merishausen sono state arrestate dalla polizia. La Procura sta vagliando anche la contestazione di altri reati”.

La capsula, una sorta di “sarcofago” stampato in 3D, consente di morire in pochi minuti per asfissia premendo un pulsante, con il quale l’azoto liquido presente in un contenitore viene evaporato e immesso nel dispositivo. E’ stata utilizzata per la prima volta in Svizzera dopo la contrarietà espressa dalla ministra della sanità Elisabeth Baume-Schneider, per la quale la capsula non è conforme alla legge.

La legge svizzera consente il suicidio assistito a condizione che la persona si tolga la vita senza “assistenza esterna” e che coloro che la aiutano a morire non lo facciano per “alcun motivo egoistico”. Il dottor Philip Nitschke, medico di origine australiana che lavora per Exit International, ha detto ad AP che la sua organizzazione ha ricevuto un parere da avvocati in Svizzera secondo cui l'uso del Sarco sarebbe legale nel Paese.

A luglio, il quotidiano svizzero Blick aveva riferito che Peter Sticher, procuratore di Stato a Sciaffusa, aveva scritto agli avvocati di Exit International affermando che qualsiasi operatore della capsula suicida avrebbe potuto essere sottoposto a un procedimento penale se fosse stata utilizzata in Svizzera e che qualsiasi condanna avrebbe potuto comportare fino a cinque anni di carcere. Anche i procuratori di altre regioni svizzere hanno indicato che l'uso della capsula suicida potrebbe essere perseguito.