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E’ polemica per lo scontrino con la faccia di Benito Mussolini rilasciato dal “Bar Armando” di Cerea, in provincia di Verona. Come riporta La Voce di Rovigo, “è una controversia che va avanti da nove anni”, ma se all'inizio era uno scontrino emesso “solo” per ricordare la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, ora quella immagine è diventata la “firma” del bar.
Lo scontrino della discordia ha “spaccato” il paese tra chi lo trova di cattivo gusto per la commemorazione al duce e chi, invece, ha ritenuto di mostrare solidarietà alle due donne che gestiscono il locale, e che nel bar conservano cimeli del periodo fascista. Il caso era esploso per la prima volta quasi dieci anni fa, senza alcun seguito. “Chi mi accusa di essere fascista mi fa solo piacere. Non nascondo i miei ideali, sono orgogliosa di loro”, ha detto la donna. “Se dal 2014 non ci sono stati provvedimenti giudiziari per vietarci l'uso del volto di Mussolini sugli scontrini, significa che non stiamo commettendo alcun reato. Con questa polemica, in realtà, otteniamo solo più visibilità”, ha aggiunto. Il Duce “ha fatto degli errori come tutti i dittatori. Anche Putin ne ha fatti e non mi sembra sia un fascista. Mussolini avrà sbagliato con le leggi razziali ma ha fatto anche cose buone”.