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Tornano i Pirati dei Caraibi, e prendono di mira una nave italiana. Che riesce a respingerli, pur con due feriti. Nel Golfo del Messico sette od otto pirati a bordo di due barchini veloci hanno tentato di andare all’arrembaggio della Remas, di proprietà della Micoperi, azienda con base a Ravenna che rappresenta uno dei maggiori contractor dell'industria del petrolio offshore in tutto il mondo.
Il commando dei pirati ha raggiunto la nave e l’ha attaccata sparando, ed è anche riuscito a salire a bordo, dove si è verificato uno scontro. Due marinai italiani sono rimasti feriti, uno colpito da un oggetto contundente alla testa e uno ferito da un colpo d’arma da fuoco al ginocchio: nessuno dei due è in pericolo di vita. I pirati avrebbero depredato almeno in parte la nave, ma poi forse anche per la resistenza del numeroso equipaggio, l’avrebbero lasciata allontanandosi, permettendo così all’imbarcazione di rientrare sulla terra ferma, scortata da una unità militare messicana.
I feriti sono stati subito trasferiti in un ospedale di Ciudad del Carmen, dove la Remas ha attraccato. Al momento dell’assalto, sulla nave si trovavano 35 persone, tra cui 9 italiani ( e proprio tra loro i due feriti, che si chiamerebbero Andrea Di Palma e Vincenzo Grosso) e un ufficiale della Marina mercantile messicana, che ha poi coordinato i contatti con le autorità locali.
La Remas è una nave di rifornimento per le piattaforme petrolifere offshore, è lunga 75 metri e con un tonnellaggio di 2.600 tonnellate. È stata costruita nel 2011 in Turchia e naviga con bandiera italiana.
Per quanto se ne parli poco, i “pirati” sono ancora un problema in diverse aree del mondo, come ad esempio lo Stretto di Malacca, il Golfo di Guinea, la Somalia e appunto il Golfo del Messico. Proprio un’imbarcazione del gruppo italiano Micoperi nel 2009 venne assaltata al largo della Somalia e i 16 membri dell'equipaggio furono tenuti in ostaggio per 4 mesi. E pochi giorni fa, il 4 novembre, dei banditi avevano attaccato una piattaforma nella stessa zona dell’assalto di ieri.
Nel Golfo del Messico dal 2017 ci sono state centinaia di attacchi di pirati, la marina messicana ha intensificato i pattugliamenti navali e con elicotteri nella zona. A essere presa di mira è soprattutto l’industria del petrolio offshore: piattaforme e navi rifornimento vengono attaccate per rubare a volte il petrolio ma più spesso denaro, materiale, effetti personali, il carico trasportato, i rifornimenti. Questi pirati sono ben equipaggiati e ben armati, e si sospettano legami con i cartelli messicani del narcotraffico sulla terraferma.