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Il procuratore ore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha annunciato una moratoria federale sull’esecuzione delle condanne a morte, invertendo la linea dell'amministrazione Trump che aveva invece ripristinato le esecuzioni capitali da parte della giustizia federale. Una svolta attesa da mesi, dopo l'approdo alla Casa Bianca del democratico Joe Biden. In un memorandum, Garland informa che il dipartimento di Giustizia intende rivedere le sue politiche e procedure per garantire che «siano coerenti coni principi articolati in questo memorandum: il dipartimento deve garantire che a chiunque sia sotto custodia del sistema di giustizia penale federale vengano garantiti non soltanto i diritti garantiti dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti, ma anche un trattamento equo e umano», recita il memorandum di Garland, secondo cui tale imperativo si applica in particolare «ai casi di condanna capitale». La revisione interna del dipartimento di Giustizia interesserà, tra le altre cose, «i rischi di dolore e sofferenza fisica associati all’impiego del pentobarbital», il barbiturico utilizzato durante l’amministrazione Trump per l’esecuzione di condannati a morte tramite iniezione letale. Garland ha quindi annunciato che il dipartimento della Giustizia rivedrà i protocolli di esecuzione messi in atto dall’ex procuratore generale William Barr. Nessun presidente in più di 120 anni, come Donald Trump, aveva approvato tante esecuzioni federali. L’ultimo detenuto a essere giustiziato, Dustin Higgs, è stato messo a morte nel complesso della prigione federale di Terre Haute, nell’Indiana, meno di una settimana prima che Trump lasciasse l’incarico.