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L'azione che ha portato all'eliminazione del generale iraniano Qassem Soleimani ha subito provocato uno scontro politico negli Stati Uniti.
Alla conferma del “successo” dell'operazione, Donald Trump ha pubblicato un tweet senza parole nel quale campeggiava solo la bandiera a stelle e striscie.
Un messaggio chiaro, insieme alle ammissioni successive del Pentagono e del segretario di Stato Mike Pompeo secondo il quale le decisioni del presidente «hanno salvato molte vite», al quale hanno risposto immediatamente i Democratici.
I principali vertici dell'” asinello” hanno mostrato infatti tutte le loro critiche in un clima già reso incandescente dalla vicenda dell'impeachment.
La speaker della Camera Nancy Pelosi, l'arcinemica del tycoon, ha definito il raid «estremamente pericoloso» che «rischia di provocare una pericolosa ulteriore escalation di violenza.
L'America e il mondo – ha aggiunto - non possono affrontare una escalation delle tensioni fino ad un punto di non ritorno». Secondo la Pelosi, Trump non avrebbe informato delle sue intenzioni i maggiori esponenti del Congresso, una procedura utilizzata in caso di azioni militari particolarmente rischiose. Una violazione grave che al momento la Casa Bianca ha negato. Anche lo sfidante alle prossime elezioni presidenziali, Joe Biden, ha fatto sentire la sua voce parlando della morte di Soleimani come di «dinamite in una polveriera» . Per l'ex vice di Barack Obama «l'Iran risponderà sicuramente, potremmo essere sull'orlo di un grande conflitto in Medio Oriente». La fine del capo delle Brigate al Quds ha provocato un vero terremoto di dichiarazioni e reazioni in tutto il mondo.
Se la Russia è stata critica fortemente e la Ue parla di de- escalation della tensione, è in Italia che sono apparse chiare tutte le differenze di posizione.
Il leader leghista Matteo Salvini è stato tra i primi a rompere gli indugi schierandosi completamente a fianco di Trump ed esprimendo il proprio ringraziamento al presidente americano. Una distanza evidente dalla Farnesina. Per il ministero degli Esteri infatti «gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti», e «nuovi focolai di tensione non sono nell'interesse di nessuno».
Nel centrodestra però Giorgia Meloni ha cercato di marcare la propria differenza da Salvini mostrandosi cauta. La leader di Fdi ha sottolineato che la situazione «non merita tifoserie da stadio ma necessita di grande attenzione».