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Patrick Zaki
«La detenzione di Patrick rinnovata di 45 giorni e i/le rappresentanti delle ambasciate e l’avvocato dell’Unione Europea non hanno potuto assistere alla sessione d’udienza!». È quanto fanno sapere su Facebook gli attivisti della campagna "Free Patrick" che chiedono la liberazione dello studente egiziano dell’Università di Bologna, arrestato per «propaganda sovversiva su Internet» dalle autorità egiziane all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio dello scorso anno. Gli attivisti della pagina Free Patrick hanno inoltre specificato che i/le rappresentanti delle ambasciate e l’avvocato dell’Unione Europea non hanno potuto assistere alla sessione d’udienza. «Ieri - scrivono sulla pagina Fecebook Free Patrick - si è tenuta l’udienza per rinnovare la detenzione di Patrick Zaki davanti al tribunale nella sala di consultazione. Come ad ogni sessione, le/i rappresentanti delle ambasciate di alcuni paesi europei e l’avvocato dell’Unione europea erano venute/i per assistere, ma questa volta è stato impedito loro di entrare nell’aula e non hanno potuto assistere all’udienza. Tutti i tentativi del team legale di Patrick di far accedere ambasciatori e ambasciatrici all’aula sono stati respinti. Per quanto riguarda la decisione, il team legale di Patrick ha appreso che la corte ha deciso di rinnovare la sua detenzione di altri 45 giorni. Non sappiamo perché la detenzione di Patrick sia stata rinnovata, e non sappiamo perché ai/alle rappresentanti delle ambasciate sia stato impedito di assistere all’udienza. Come al solito, non siamo a conoscenza di nulla. Tutto quello che sappiamo è che Patrick rimarrà in detenzione preventiva e che compirà 30 anni in una cella tra due settimane, lontano dalle persone a lui care. Ma, nonostante tutto, continuiamo a sperare e ad augurarci che la situazione cambi e che da un momento all’altro riavremo Patrick tra noi». «Poteva essere l’occasione per un atto di umanità, quello di far trascorrere a Patrick Zaki il suo trentesimo compleanno finalmente libero. Invece, il 16 giugno lo studente dell’università di Bologna lo trascorrerà in carcere, come almeno i successivi trenta giorni», commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Noury giudica l’atto «una decisione crudele che mostra ancora una volta l’intenzione delle autorità del Cairo di tenere inattesa di giudizio per il massimo consentito (in teoria fino al7 febbraio 2022) uno dei tantissimi prigionieri di coscienza che languono nelle carceri egiziane». Secondo il portavoce di Amnesty, è difficile immaginare «l’impatto che avrà questa decisione sulla salute psicofisica di Patrick, che peraltro non è stato neanche vaccinato contro il Covid-19 ed è soggetto a rischio. Io spero che tenga sempre in mente il proposito espresso giorni fa alla sua fidanzata: di incontrare personalmente Liliana Segre per consegnare alla senatrice a vita una lettera che le ha scritto per ringraziarla per tutto ciò che ha fatto e sta facendo». «L’infamia continua», scrive su Facebook l’europarlamentare Giuliano Pisapia. «L’Italia dia finalmente un segnale forte - aggiunge l'ex sindaco di Milano - Conceda la cittadinanza italiana a Patrik Zaki in modo da avere più forza nel chiedere il suo ritorno nel nostro Paese. Basta con le prese in giro di Al Sisi. Il governo dia seguito alla posizione assunta dal Parlamento. Non si può più aspettare», conclude Pisapia.