«Nei giorni scorsi è stato commemorato il 40esimo anniversario del Trattato di pace e di amicizia tra Argentina e Cile. Con la mediazione della Santa Sede, esso pose fine a una disputa territoriale che aveva portato l’Argentina e il Cile sull’orlo della guerra. Questo dimostra che, quando si rinuncia all’uso delle armi e si fa il dialogo, si fa un buon cammino». Queste le parole di Papa Francesco in piazza San Petro al termine dell’Angelus che ha esortato a pregare per «la Siria, dove purtroppo la guerra si è riaccesa, causando molte vittime».

IL CESSATE IL FUOCO IN LIBANO SIA RISPETTATO DA TUTTE LE PARTI

«Mi rallegro per il cessate il fuoco che è stato raggiunto nei giorni scorsi in Libano e auspico che esso possa essere rispettato da tutte le parti, permettendo così alla popolazione della regione interessata dal conflitto, sia libanese sia israeliana, di tornare presto e in sicurezza a casa», ha continuato. Bergoglio ha fatto anche un appello ai politici libanesi «affinché venga eletto subito il presidente della Repubblica e le istituzioni ritrovino il loro normale funzionamento per procedere alle necessarie riforme e assicurare il paese alla convivenza pacifica tra le differenti religioni».

L’INVERNO INCOMBE SULL’UCRAINA: FERMIAMO LA GUERRA

«La guerra è un orrore, la guerra offende Dio e l’umanità, la guerra non risparmia nessuno», ha detto il Pontefice rinnovando il suo «dolore per il confilitto che continua a insanguinare la martoriata Ucraina». «Assistiamo da quasi due anni a una tremenda sequenza di morti, feriti, violenze e distruzioni. I bambini, le donne, gli anziani, le persone deboli ne sono le prime vittime». Bergoglio ha sottolineato che «l’inverno è alle porte e rischia di esacerbare le condizioni di milioni di sfollati. Saranno mesi difficilissimi per loro, la concomitanza di guerra e freddo è tragica». Da qui il nuovo appello alla comunità internazionale «per fermare in ogni modo questa guerra». «Si moltiplichi a ogni livello un rinnovato impegno», ha esortato Bergoglio.

«Mentre ci prepariamo al Natale, mentre attendiamo la nascita del re della pace - ha concluso il Papa -, si dia a queste popolazioni una speranza concreta. La ricerca della pace è una responsabilità non di pochi ma di tutti, con la guerra tutta la famiglia umana è sconfitta. Cari fratelli e sorelle, non scordiamoci di pregare per quella popolazione così duramente provata e di implorare da Dio il dono della pace».