Papa Francesco ha trascorso una notte tranquilla al Policlinico “Gemelli” di Roma, dove è ricoverato da dieci giorni. Dopo la giornata difficile di sabato, caratterizzata da una crisi respiratoria, la Santa Sede ha confermato che il Pontefice ha riposato.

Sabato critico: crisi respiratoria e trasfusione di sangue

Le preoccupazioni per le condizioni di salute del Papa erano aumentate sabato, quando il bollettino della Santa Sede aveva riportato un peggioramento. Francesco ha affrontato una crisi respiratoria asmatiforme prolungata, che ha richiesto l’uso di ossigeno ad alti flussi.

Un'altra problematica emersa dagli esami è stata la piastrinopenia associata ad anemia, condizione che ha reso necessaria una trasfusione di sangue. Questi fattori hanno contribuito a mantenere critiche le condizioni del Pontefice, con la precisazione che non è ancora fuori pericolo.

Angelus e impegni del Papa: solo messaggi scritti

A causa dello stato di salute, è stata esclusa la possibilità che il Papa guidasse l’Angelus domenicale. Come la settimana precedente, la Santa Sede ha optato per la diffusione di un testo scritto. Stesso schema adottato anche per l’omelia della Messa del Giubileo dei Diaconi, letta da Monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione.

Papa Francesco continua a guidare la Chiesa

Nonostante le difficoltà, Francesco ha portato avanti il suo lavoro. Ha nominato il cardinale Kazimierz Nycz come suo inviato speciale alle celebrazioni per il 1000º anniversario dell’incoronazione di re Bolesław Chrobry, previste a Gniezno nell’aprile 2025. Inoltre, ha confermato tre nuove nomine episcopali.

Il messaggio del Papa ai Diaconi: “Il mondo dilaniato dall’odio non ha futuro”

Durante l’evento del Giubileo dei Diaconi, il Pontefice ha inviato un messaggio carico di significato, sottolineando l’importanza del perdono.

“Un mondo in cui gli avversari si odiano è un mondo senza speranza, destinato a essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine”, ha scritto Francesco, evidenziando la necessità di costruire una società fondata sulla riconciliazione.

Ha poi ricordato che il diacono, con il suo ministero rivolto alle periferie, ha il compito di insegnare a vedere negli altri, anche nei più difficili, fratelli e sorelle feriti nell’anima. Il perdono, ha aggiunto, è essenziale per crescere insieme, riallacciando legami e superando conflitti.