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Associated Press/LaPresse
La crisi emergenziale che ha segnato i giorni scorsi per Papa Francesco, ricoverato ormai da dieci giorni al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale, sembra in via di miglioramento. Fonti vaticane hanno confermato che nelle ultime ore il Pontefice ha trascorso una notte relativamente tranquilla, riposando dopo una giornata molto difficile, ma anche oggi ha usato ossigeno ad alti flussi, una misura che indica come la sua salute non sia ancora completamente stabile.
Sabato scorso, la preoccupazione per le sue condizioni è aumentata significativamente. Il bollettino serale della sala stampa della Santa Sede ha informato i fedeli di un aggravamento della sua salute, in particolare riguardo a una crisi respiratoria asmatiforme, che ha costretto i medici a somministrare ossigeno in quantità elevate. Gli esami effettuati nel corso della giornata hanno evidenziato anche una piastrinopenia, una carenza di piastrine nel sangue, che ha richiesto trasfusioni per stabilizzare la sua situazione ematologica. Inoltre, è stata diagnosticata anche un'anemia, che ha peggiorato ulteriormente le sue condizioni generali.
"Le condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato, il Papa non è fuori pericolo", recita il bollettino ufficiale, che ha descritto la situazione come complessa. Nonostante le difficoltà, il Papa sta lottando con determinazione, e la sua malattia non ha ancora messo in discussione la sua leadership spirituale.
La difficile decisione di non guidare l’Angelus
A causa della sua condizione, sabato è stato ormai evidente che Papa Francesco non avrebbe potuto presiedere l'Angelus domenicale, un appuntamento tradizionale con i fedeli in Piazza San Pietro. Al suo posto, la sala stampa della Santa Sede ha diffuso un testo scritto, seguendo la stessa modalità adottata la settimana precedente, quando il Papa, pur in convalescenza, aveva inviato un messaggio per l’Angelus. Un’altra conferma dell'impossibilità di partecipare fisicamente è stata la decisione di diffondere solo la omelia per la Messa del Giubileo dei Diaconi, letta da monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione.
Nonostante ciò, il Papa ha continuato a governare la Chiesa a distanza, dimostrando ancora una volta il suo spirito di resilienza. Nella giornata di sabato ha infatti nominato il cardinale Kazimierz Nycz, arcivescovo emerito di Varsavia, come suo inviato speciale per il 1000esimo anniversario dell’incoronazione del re Boleslaw Chrobry, che si terrà a Gniezno nel 2025. Inoltre, il Pontefice ha certificato ben tre nomine episcopali, a testimonianza del fatto che, seppur malato, continua a prendere decisioni cruciali per la Chiesa.
Papa Francesco esprime gratitudine per i messaggi di affetto
Nonostante le difficoltà legate alla sua salute, Papa Francesco ha voluto esprimere pubblicamente il suo affetto verso i fedeli che lo sostengono. In una dichiarazione, ha scritto: “In questi giorni mi sono giunti tanti messaggi di affetto e mi hanno particolarmente colpito le lettere e i disegni dei bambini. Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo! Affido tutti all’intercessione di Maria e vi chiedo di pregare per me”. Un messaggio che ha commosso i fedeli di tutto il mondo, che non smettono di pregare per la sua salute, in attesa di buone notizie.
Papa Francesco ha ricevuto infatti numerosi disegni e lettere da parte dei bambini, che sono stati particolarmente emozionanti per lui, come ha spiegato nel suo messaggio. Questi segni di affetto hanno senza dubbio contribuito ad alleviare il peso della sua convalescenza e sono stati una fonte di speranza per i fedeli che lo seguono.
L’omelia ai Diaconi: un messaggio di perdono e speranza
Nel contesto del Giubileo dei Diaconi, il Papa ha scritto una toccante omelia, letta da monsignor Fisichella, nella quale ha sottolineato come la chiesa di oggi debba essere il luogo di accoglienza e di perdono, valori fondamentali per la costruzione di un mondo migliore. “Un mondo dove per gli avversari c’è solo odio è un mondo senza speranza”, ha scritto il Papa, che ha invitato i diaconi a “vedere in tutti, anche in chi sbaglia, una sorella e un fratello feriti nell’anima, e perciò bisognosi più di chiunque di riconciliazione, di guida e di aiuto”.
Il messaggio del Papa si è fatto ancora più intenso quando ha parlato del perdono, visto come un atto che prepara al futuro una casa sicura e accogliente. Questo è stato un invito esplicito a tutti i cristiani, ma in particolare ai diaconi, a non escludere nessuno dal proprio amore, nemmeno chi ci ferisce o ci tradisce. È un invito a fare della riconciliazione una priorità, per costruire un mondo più giusto e pacifico.
Mons. Fisichella: "Il Papa è con noi, preghiamo per lui"
Infine, monsignor Fisichella ha sottolineato come, pur se fisicamente lontano, Papa Francesco continui a essere spiritualmente presente in mezzo ai fedeli. “Sentiamo Papa Francesco benché in un letto d’ospedale, lo sentiamo vicino a noi e in mezzo a noi”, ha dichiarato il vescovo, facendo riferimento alla sua presenza nelle preghiere e nel cuore di tutti i cristiani. “Questo ci obbliga a insistere nella preghiera perché il Signore lo assista nella malattia”, ha concluso mons. Fisichella, un invito che rispecchia il desiderio di milioni di persone in tutto il mondo di vedere il Papa guarire e tornare presto a guidare la Chiesa.
“L’annuncio del perdono è un compito fondamentale del diacono”. Così ha affermato Papa Francesco durante l’omelia della Messa dedicata ai Diaconi in occasione del Giubileo letta da monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Il Pontefice ha poi sottolineato che “un mondo dove per gli avversari c’è solo odio è un mondo senza speranza, privo di futuro, destinato a essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo ancora oggi in molte parti del mondo”. Per questo, “perdonare significa preparare il futuro di una casa accogliente e sicura, sia in noi stessi che nelle nostre comunità”. Il diacono, chiamato ad un ministero che lo porta alle periferie del mondo, è invitato a guardare – e a insegnare agli altri a fare altrettanto – ogni persona, anche chi sbaglia o fa soffrire, come una sorella o un fratello ferito nell’anima, e perciò particolarmente bisognoso di riconciliazione, guida e aiuto.
L’omelia del Papa letta da Monsignor Fisichella
Il Papa ha ribadito come il perdono sia essenziale per “crescere insieme, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti, e per saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando legami e accogliendo nel nostro amore anche chi ci offende o tradisce”. Rivolgendosi direttamente ai Diaconi, Papa Francesco ha proseguito: “Il lavoro gratuito che svolgete, come espressione della vostra consacrazione alla carità di Cristo, rappresenta il primo annuncio della Parola, una fonte di fiducia e gioia per chi vi incontra. Portatelo avanti con un sorriso, senza lamentarvi e senza cercare riconoscimenti, sempre pronti a sostenervi a vicenda, anche nei rapporti con i Vescovi e i presbiteri”. Ha poi concluso: “La carità sarà la vostra liturgia più bella e la liturgia il vostro più umile servizio“.
Durante la celebrazione ordinati 23 diaconi
Il Pontefice ha inoltre osservato che “con l’Ordinazione non si sale, ma si scende; ci si fa piccoli, ci si abbassa e ci si spoglia”, sottolineando come la gratuità sia “fonte di comunione” e aggiungendo: “La vostra missione, che vi preleva dalla società per restituirvi ad essa, rendendola un luogo accogliente e aperto a tutti, è una delle espressioni più belle di una Chiesa sinodale e ‘in uscita’”. Durante la celebrazione, sono stati ordinati 23 Diaconi.
La preghiera per il Papa malato
Infine, monsignor Rino Fisichella ha commentato: “Sentiamo Papa Francesco vicino a noi, anche se lo ascoltiamo da un letto d’ospedale, lo percepiamo nel nostro cuore e tra di noi. Questo ci spinge a perseverare nella preghiera affinché il Signore lo assista nella sua malattia“.