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Palù
«Quello del presidente del Consiglio» Mario Draghi su una possibile obbligatorietà del vaccino anti-Covid «è un ’sì’ che apre a un’ipotesi di lavoro». Servirebbe infatti una legge il cui iter comporterebbe dei tempi non brevissimi, ma se anche l’obbligo dovesse arrivare dopo Natale «certamente, sicuramente, sarebbe ancora utile» secondo il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa e componente del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus, intervistato a Buongiorno su Sky Tg24. «Ricordiamo, vorrei segnalarlo ancora una volta - ha sottolineato il numero uno dell’ente regolatorio nazionale - che tra gli over 50 abbiamo più di 4 milioni che non si vaccinano: non solo no vax, ma anche esitanti». E siccome i rischi maggiori connessi all’infezione da Sars-CoV-2, in termini di «morbosità e anche mortalità», iniziano proprio da quella fascia d’età, sarebbe positivo riuscire a «mettere al sicuro questi soggetti» seppur con una «coercizione». Il presidente Aifa ha ricordato che «il 90% dei ricoveri riguarda i non vaccinati, e in terapia intensiva il 95% sono non vaccinati». «Non solo nel nostro Paese», ha infine precisato l’esperto, ma «già in altri si sta parlando di obbligatorietà almeno per il personale del settore pubblico: oltre a medici e sanitari, insegnanti e forze dell’ordine. L’articolo 2 della Costituzione - ha rimarcato Palù - ammette sì il diritto di rifiutare le cure, ma commisurato alle necessità della collettività», ossia «fatti salvi i doveri politici, economici e sociali, che vuol dire salvaguardare i più deboli. Il che corrisponde anche a principi bioetici di giustizia e responsabilità».