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«Macché trucchetti sulla prescrizione. Se le regole e i tempi del processo funzionano a dovere il problema neppure si pone, perché all’estinzione del reato non si arriva. Non ci interessa allontanare uno spauracchio, eliminare la legge sulla prescrizione: intendiamo offrire ai cittadini il servizio giustizia efficiente e rapido che legittimamente si aspettano».
Il senatore della Lega Andrea Ostellari forse può godere di un vantaggio: è presidente della commissione Giustizia, non un ministro, e in quanto tale non ha preso posto al tavolo circolare della riunione fiume di Palazzo Chigi, mercoledì scorso.
Certo, la giornata di fuoco sulla riformna del processo l’ha vissuta eccome, anche senza entrare fisicamente in quella sala, eppure riesce a parlarne col tono di chi sdrammatizza: «Non c’è nessuno scontro sulla prescrizione, né ha senso paventare ritorni al passato che non esistono», dice a proposito del sospetto avanzato da Bonafede su una nostalgia leghista per la giustizia targata Berlusconi. «Vogliamo solo che il ddl sul processo sia completo, che comprenda anche le nostre richieste».
Il ministro Bonafede obietta che alla riunione dell’altro ieri non le avete neppure formalizzate.
Scusi, ricostruiamo. Si è deciso di adottare le parti del ddl su processo civile e Csm, quella sul penale è stata adottata salvo intese perché a nostro giudizio non è completa, è una riforma zoppa e va integrata con ulteriori elementi. Non si poteva certo farlo al tavolo di un Consiglio dei ministri, nessuno ha mai ipotizzato di intervenire in quella sede. Ci vorrà un passaggio tecnico.
Chiederete sanzioni più certe per pm e giudici “lenti”?
Certo serve un po’ di coraggio: se si stabiliscono regole sui tempi, sia sulle indagini che sulla chiusura del processo, vanno previste anche sanzioni per chi non le rispetta. Che siamo davvero applicabili, se no uno se ne infischia. Ma non si sottovaluti un’altra nostra richiesta.
Quale?
Che vi sia certezza della pena. Non mi riferisco solo alla cessione di stupefacenti che è una nostra battaglia, certo, ma anche a misure strutturali sul codice in materia di sospensione della pena, di attenuanti.
E che risponde a chi sospetta che siano pretesti per far saltare la prescrizione?
Se davvero pensano questo non hanno capito niente. Certo, se lasci tutto così vuol dire che non intendi offrire ai cittadini una giustizia efficiente ed equilibrata. La riforma non può ridursi a una cosina: era inevitabile, credo, che si arrivasse a un confronto serrato su un tema così importante. E non si sottovalutino le intercettazioni e la separazione delle carriere, di cui sento parlare da molto prima di diventare avvocato e senatore: basta parlarne solo nei convegni, chiediamo un impegno formale.