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foto di repertorio
La morte dell’orsa Amarena diventa un caso politico. L’esemplare simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo è stato ucciso a fucilate nella notte, dopo essersi allontanata da “casa” arrivando fino a San Benedetto dei Marsi, nell’Aquilano.
Quando i carabinieri sono arrivati sul posto non c’era più niente da fare: l’orsa era già morta, il colpo esploso a distanza ravvicinata non le ha lasciato scampo. I suoi cuccioli sono fuggiti per lo spavento e da quando se ne sono perse le tracce proseguono incessantemente le loro ricerche, anche con i droni.
A premere il grilletto un 56enne, ora indagato dalla Procura di Avezzano, che dovrà rispondere del delitto di uccisione di animali e della contravvenzione di abbattimento di un esemplare di orso. L’uomo ha dichiarato di aver agito per paura, avendo trovato il plantigrado all'interno della sua proprietà. Un incidente ancora tutto da chiarire e che ha indignato il popolo del web.
«Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l'episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell'Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all'uomo», scrive il Parco Nazionale d’Abruzzo. Che fino all’altro giorno contava 60 esemplari di orso marsicano. Ora all’appello manca Amarena, che nei giorni scorsi era diventata virale sui social per le passeggiate in giro per il paese con i suoi cuccioli: solo tre anni fa aveva partorito 4, e quest’anno altri 2.
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin parla di episodio «grave», su cui è «doveroso fare quanto prima chiarezza», mentre per Fratelli d’Italia «la barbara uccisione» dell’orsa «è stato un atto di una crudeltà e di una vigliaccheria inaudite». «Un vero e proprio crimine che dovrà essere punito nelle sedi opportune», dice il parlamentare abruzzese Guerino Testa.
Ad affondare il colpo sono le opposizioni, per le quali il governo Meloni è il «responsabile morale» di quanto accaduto: «Ecco le conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west, consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette», dice la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Eleonora Evi. «Non ci sono pene o sanzioni che possano riportare in vita Amarena o riparare il danno che è stato inflitto alla sua famiglia e al nostro patrimonio naturale», rincara il co-portavoce di Europa verde e deputato di Avs Angelo Bonelli, annunciando l’intenzione di costituirsi parte civile.
Di violenza gratuita e deprecabile parlano anche i deputati e i senatori M5s delle commissioni Ambiente di Camera e Senato. Mentre +Europa denuncia il «clima avverso alla fauna selvatica che si vive oggi in Italia». «Questo orrendo crimine ci ricorda quanto la normativa italiana attualmente non sia affatto adeguata a governare e indirizzare la convivenza tra esseri umani e animali selvatici», scrive in una nota Annalisa Corrado del Pd. «Proprio per colmare queste voragini - aggiunge - abbiamo presentato a luglio scorso in commissione Giustizia una proposta di legge anti-bracconaggio fortemente voluta dalle associazioni e dalle forze dell'ordine»