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«Noi abbiamo lavorato tutto il mese di agosto e credo che già dalle prossime settimane potremmo inviare almeno una prima parte del lavoro a Palazzo Chigi per poi concludere tutto il percorso a fine dicembre». Sono le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando pronunciate domenica ai microfoni di Radio Radicale durante la trasmissione “Quota 3001”, condotta da Andrea De Angelis, con in studio Rita Bernardini e l’avvocato Giuseppe Rossodivita. Il guardasigilli si riferisce all’attuazione della riforma dell’ordinamento penitenziario approvata il 23 giugno scorso. Per fare ciò servono i decreti attuativi e a redigerli ci stanno pensando le tre commissioni istituite dal guardasigilli. Il timore espresso dai radicali e non solo, è che i tempi si prospettano troppo lunghi, con il serio rischio di vanificare tutto il lavoro visto che nel comunicato stampa del ministero si parlava di presentare le bozze dei decreti entro il 31 dicembre. Dopodiché, una volta approvati dal Consiglio dei ministri, le commissioni giustizia del Senato e della Camera dovrebbero dare un parere ai decreti per poi passare ad una eventuale approvazione definitiva da parte dell’esecutivo. L’iter, quindi, si prospetterebbe lungo e ciò avverrebbe in piena campagna elettorale e nella situazione in cui ci saranno altre priorità come la legge elettorale e quella di bilancio. Il ministro Orlando, sempre durante la trasmissione di Radio Radicale, ha riassicurato che i tempi ci sono e li stanno rispettando. «L’equivoco è nella data», commenta il ministro. «In verità le commissioni - spiega Orlando - restano in piedi fino al 31 dicembre perché devono portare a conclusione l’iter e non per finire di redigere le bozze». il ministro ha spiegato che il percorso prevede un passaggio nelle commissioni parlamentari che esprimono un parere e poi la deliberazione definitiva del governo che tiene o non tiene conto dell’osservazioni sulle ipotesi di decreto. In sintesi riassicura che tutto verrà concluso entro il 31 dicembre. «Conto che le prime parti del lavoro – spiega sempre il guardasigilli - saranno inviate entro il 15 settembre, perché saranno più decreti delegati». Orlando ha approfittato per ringraziare Rita Bernardini, il Partito Radicale e i detenuti per il Satyagraha, la grande iniziativa nonviolenta indetta il 16 agosto scorso che sta vedendo protagonisti oltre 8000 detenuti che digiunano e, come avviene in alcune carceri come quella di Trieste, donato il loro carrello alla Caritas. «Ringrazio i detenuti che hanno aderito al Satyagraha, Rita Bernardini per il suo costante impegno e il Partito Radicale di questa pressione, di questo lavoro di incoraggiamento e devo dire che è stato utile in questi anni avere il vostro costante pungolo. Però devo aggiungere con molta onestà – chiosa il ministro- che ho giocato molto della mia attività di governo sul portare a termine il disegno di legge penale in cui è contenuta la delega sulla riforma dell’ordinamento penitenziario perché la ritengo essenziale. Non voglio farmi i complimenti da solo, ma ero in una posizione davvero complicata» . Durante la trasmissione di Radio Radicale, il ministro ha anche affrontato le varie criticità che ci sono in carcere, tra le quali l’escalation dei suicidi e il sovraffollamento. Orlando ha spiegato che in tantissimi casi ci sono persone – soprattutto gli extracomunitari - che dovrebbero stare ai domiciliari, ma non avendo un domicilio restano in carcere. Un problema che cercherà di risolverlo. Così come il problema della mancanza di operatori specializzati come gli psicologi, soprattutto nelle articolazioni che ospitano i detenuti psichiatrici. Oppure – altro esempio portato avanti dal guardasigilli – è la presenza dei detenuti tossicodipendenti che dovrebbero stare in una comunità, anziché in carcere. «Problema che risolverò – riassicura il ministro Orlando - attraverso una conferenza Stato- Regioni, visto che la competenza per ampliare le comunità terapeutiche non è governativa, ma regionale». Altro problema è il discorso dell’organico della polizia penitenziaria. L’esponente Rita Bernardini ha fatto notare al ministro che diverse unità sono distaccate negli uffici del Dap, del provveditorato e dei tribunali. Orlando ha promesso che darà una risposta a questi problemi, anche quelli riguardante i dirigenti dei penitenziari che si ritrovano a gestire più di un istituto a testa.