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Il primo settembre, commentando la morte di Ebru Timtik, il sultano Erdogan aveva detto: «È l’ora di discutere se si debba introdurre previsioni come l’espulsione dalle professioni. Come i ladri non dovrebbero essere difesi da avvocati che rubano, così i terroristi non dovrebbero essere difesi da avvocati terroristi». Questa la dichiarazione di intenti ed infatti il solerte Parlamento sta studiando l’introduzione di una legge che sospenda o espella dalla professione gli avvocati accusati di terrorismo. E, sapendo con quali parametri si muove l’accusa di terrorismo in Turchia, c’è da tremare prevedendo quale uso ne verrà fatto.Ma la Procura di Ankara è stata ancor più tempestiva e il giorno 12 settembre ha emesso 55 mandati di arresto contro avvocati (48 avvocati e sette praticanti) con l’accusa di terrorismo per avere “agevolato” appartenenti alla organizzazione FETHO, quella di Fethullah Gulen che nel luglio 2016 mise in piedi quel tentativo di colpo di stato che diede la stura ad arresti e licenziamenti di massa. I 55 avvocati di Ankara vanno così ad aggiungersi ai 1480 indagati, di cui 570 detenuti e 441 condannati da quel fatale luglio. Niente di nuovo, dunque, dirà qualcuno.La novità, invece c’è ed è inquietante. Era successo già in moltissimi casi (compreso Ebru Timtik) che l’arresto dell’avvocato discendesse dall’abusato paradigma per cui se difendi il terrorista sei terrorista anche tu. Ma qua, esplicitamente, per la prima volta, l’ordine di arresto si basa sul fatto di “avere difeso affiliati all’associazione di Gulen” e “avere cercato di manipolare i processi in favore dell’organizzazione terroristica con la scusa di avvalersi della legge”. Insomma, di avere svolto la loro professione.Per arrestare i 55 colleghi si sono mobilitati 1500 poliziotti, quando potevano essere fermati ogni mattina in Tribunale (alcuni infatti sono stati arrestati proprio lì) e due colleghe incinte sono state portate via con le manette dietro la schiena. Agli arrestati non è stato concesso di nominare difensori di propria scelta, ma sono stati forniti difensori indicati dalla procura.L’attacco all’avvocatura è evidente. In questo caso vi è la specificità della presunta appartenenza a FETHO, ma è un attacco più generale ad un settore, quello degli avvocati, che secondo il governo troppo spesso si esprime con accenti e con un impegno chiaramente di opposizione rispetto alla politica governativa in tema di diritti umani e soprattutto di diritto di difesa. Non a caso fra breve gli avvocati saranno chiamati ad eleggere i propri Consigli dell’Ordine e, sulla base di una nuova legge del luglio scorso, nelle quattro città più grandi potranno presentarsi più liste per eleggere più Consigli dell’Ordine, purché raggiungano 2000 voti su più di 50000. Il tentativo di scompaginare la compattezza critica degli avvocati è palese e non è detto che non riesca.