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Fontana contro Zingaretti, Lega contro Pd e Movimento 5 Stelle. La Lombardia è diventato il nuovo terreno di battaglia tra maggioranza e opposizioni. Dopo il caso delle Rsa finite sotto la lente d'ingrandimento della magistratura per la gestione dei pazienti Covid, il primo a dichiarare "guerra" è il governatore lombardo Attilio Fontana, che si difende dalle accuse rilanciando: «Nel Lazio hanno fatto la nostra stessa delibera, ma nessuno li contesta», è l'argomentazione su cui punta. Ma le parole di Fontana provocano l'immediata reazione del collega laziale e segretario del Pd Nicola Zingaretti, che replica duro: «Nessuna promiscuità tra positivi e negativi, nessuna facilità nel contagio, nessun caso Lombardia nel Lazio. Anzi l’opposto di quanto sembra essere stato fatto in Lombardia: dividere e ripetiamo dedicare strutture esclusivamente al Covid». Ma la lite tra governatori è solo la punta dell'iceberg del confronto politico. Stamattina era infatti toccato al capo politico del Movimento 5 Stelle, dalle colonne del Quotidiano nazionale, parlare apertamente di commissariamento della Regione Lombardia. «In questa fase così delicata preferisco attendere, c'è prima da superare l'emergenza gravissima che sta vivendo la Lombardia. È evidente, però che molte, troppe cose non hanno funzionato. Se oggi è ancora prematuro chiedere il commissariamento, più avanti non lo sarà. Non lasceremo cadere quanto accaduto nel dimenticatoio». E in un gioco di botta e risposta senza fine, a ribattere al leader grillino ci pensa il capo dei senatori del Carroccio, Massimiliano Romeo, che scrive su Twitter: «A 5Stelle e Pd non basta l'abbuffata di poltrone in corso nelle aziende di Stato: ora pensano addirittura di commissariare la Regione. Giù le mani dalla Lombardia!». La posta in palio, soprattutto per la Lega, è altissima: la messa in discussione di un modello storicamente ostentato come esempio della capacità amministrativa leghista. Ora Fontana, espressione diretta del salvinismo, vacilla politicamente, oscurato anche dal collega di partito Luca Zaia, apparso capace di gestire la crisi veneta con maggiore efficacia.