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Servono «due settimane per capire se i vaccini anti-Covid attuali siano efficaci contro la variante Omicron» e se dovesse rendersi necessario un adattamento «servirebbero 3-4 mesi per l’autorizzazione finale». Sono le notizie che ha portato la direttrice esecutiva dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), Emer Cooke, in audizione alla commissione Salute del Parlamento europeo. Il suo tono è stato rassicurante, per quanto lo possa essere dopo due anni di pandemia. «Sapevamo che i virus mutano e ci siamo preparati per l’evenienza, già nel febbraio 2020 avevamo emanato le linee guide per le case farmaceutiche su come adattare i vaccini alle varianti», ha spiegato. La premessa però è che ancora si sa poco sulla Omicron che sta terrorizzando il globo. «Ancora non sappiamo se sarà necessario riaddattare i vaccini e dobbiamo stare attenti nel pronunciarci su questo», ha precisato Cooke. «Ma se lo dovesse essere, abbiamo un piano di emergenza». L’Ema è in contatto con le agenzie farmaceutiche internazionali, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e le aziende farmaceutiche. «Siamo preparati al peggio, anche se speriamo per il meglio», è la sintesi di Cooke. «I vaccini esistenti hanno continuato a mostrare di essere efficaci contro le varianti che sono comparse e che circolano in Europa. Non sappiamo se sarà così anche con la variante Omicron o no. Ma dobbiamo essere certi di capirlo. Per questo, parte del lavoro è analizzare la neutralizzazione incrociata dei vaccini, un processo di laboratorio che richiede circa due settimane per vedere se i vaccini offrono protezione contro la nuova variante», ha insistito. E «se ci sarà la necessità di modificare vaccini ci sarà magari la necessità di approvarli nel giro di tre o quattro mesi da quando cominceranno a essere riadattati. È un lavoro che faranno le case farmaceutiche. Dovranno adattare la loro formula per coprire la nuova sequenza e dovranno mostrare che il sistema di produzione funziona, dovranno fare degli studi clinici per dimostrare che il tutto funziona nella pratica, vedere come la produzione dovrà essere modificata», ha spiegato la direttrice dell’Agenzia europea. Oltretutto la necessità di modifiche non la decide l’Ema: «È una decisione che terrà conto anche della situazione epidemiologica, dell’efficacia degli attuali vaccini contro la variante, della diffusione della variante in Europa e tanti altri fattori. Quella decisione prima dev’essere presa, poi si può procedere». Ad ogni modo, Cooke ha ritenuto che la situazione in Europa sia diversa da quella del Sud Africa perché la copertura vaccinale europea è più avanzata «e siamo già nella fase in cui raccomandiamo le dosi di richiamo», quindi ci sono «diversi fattori che potrebbero influenzare» nella circolazione della variante Omicron nella regione europea. «Dai dati disponibili, continuiamo a vedere che i vaccini autorizzati rimangono efficaci e continuano a salvare le persone dalla forma grave diCovid-19 e dalla morte. Anche se la nuova variante continua a diffondersi, i vaccini che abbiamo continueranno a offrire protezione», ha aggiunto. Tuttavia, Cooke ha riconosciuto che l’efficacia dei vaccini diminuisce con il passare del tempo e ha ritenuto «molto importante» iniziare la vaccinazione con la dose di richiamo perle persone che ricevono la raccomandazione, così come la vaccinazione dei bambini, dopo l’approvazione la scorsa settimana per l’uso di Pfizer nei piccoli di età compresa tra 5e 11 anni. Entro la fine di questa settimana dovrebbe arrivare una raccomandazione anche per la vaccinazione eterologa ed entro poche settimane dovrebbe esserci l’autorizzazione per il vaccino Novavax. Anche l’azienda farmaceutica Pfizer insiste nel dirsi «pronta ad affrontare» Omicron e mettere a punto in tre mesi una versione del suo vaccino in grado di fornire una protezione adeguata per la nuova variante del Covd-19. «Siamo pronti ad affrontare una variante come Omicron», fa sapere su Twitter il ceo, Albert Bourla. «Dagli studi sulle varianti Beta e Delta, abbiamo creato un approccio per sviluppare e produrre versioni varianti del nostro vaccino incirca 100 giorni, se necessario e previa approvazione normativa».