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di Alessandro Piana
Oggi si celebra come ogni anno la Giornata Mondiale contro la pena di morte. Qui di seguito pubblichiamo due brevi estratti del libro «Diario di un condannato a morte», scritto da Alessandro Piana e pubblicato dalla casa editrice bookabook con il patrocinio di Amnesty International. Diario di un condannato a morte ( pagine 464, euro 18) racconta gli ultimi otto anni di vita di William Van Poyck, detenuto nel braccio della morte della Florida, tra il 17 aprile 2005 e il 12 giugno 2013, giorno della sua esecuzione tramite iniezione letale. Il libro, partendo dalle lettere che William ha inviato alla sorella Lisa, mette a nudo tanti episodi di vita nel braccio della morte, portando alla luce maltrattamenti, condizioni estreme, privazioni di diritti e abusi di potere difficilmente immaginabili per un lettore “libero”. Le considerazioni di William non sono mai banali e ci conducono in un mondo parallelo e nascosto dove i detenuti, alle prese con la costante paura di morire, sono costretti a trovare un senso alla loro vita “a tempo determinato”. Alessandro Piana è nato nei dintorni di Milano nel 1989. Laureato in Ingegneria Gestionale, fa il programmatore di professione e lo scrittore per passione. Diario di un condannato a morte, una storia vera, rappresenta il suo esordio letterario.
William “Bill” Van Poyck nasce il 18 settembre 1954 a Miami ( Florida) e trascorre i primi anni della sua esistenza come tutti i bambini di quell’età, giocando all’aperto ed esplorando i luoghi circostanti. A fine 1956 sua madre Phyllis, infermiera, viene trovata morta per avvelenamento da monossido di carbonio nell’abitazione di una vicina, anch’essa deceduta.
A causa delle difficoltà familiari dovute alla morte della madre, a undici anni viene mandato alla Youth Hall, un centro educativo; l’anno successivo viene poi trasferito alla Kendall House, un altro centro educativo gestito da suore. Due anni dopo viene nuovamente spostato per problemi caratteriali nella famigerata scuola per ragazzi di Okeechobee, in Florida, diventata tristemente famosa nel corso degli anni per numerose storie di stupro, tortura e omicidio. Nel gennaio del 1972, all’età di diciassette anni, William viene condannato all’ergastolo per una rapina a mano armata in cui nessuno è rimasto ferito. Trascorre i successivi quindici anni in varie prigioni del sistema carcerario della Florida, studiando legge e diventando noto all’interno del circuito criminale per l’aiuto legale fornito agli altri detenuti.
Il 24 giugno 1987, durante il trasporto di un prigioniero chiamato James O’Brien, Van Poyck e un complice, Frank Valdes, aggrediscono le due guardie all’interno del furgone, assalendole e sparando tre colpi contro una di loro, Fred Grifs, che muore all’istante. Van Poyck e Valdes cercano di scappare con una Cadillac, dando origine a un inseguimento della polizia. Dopo qualche minuto, Valdes perde il controllo del mezzo e sbatte contro un albero. I due vengono arrestati sul posto e all’interno della loro automobile vengono trovate quattro pistole, incluso il revolver di proprietà della vittima.
Nel 1988 William Van Poyck viene condannato a morte per l’omicidio di Fred Griffis. William sostiene che il colpo mortale sia stato sparato dal complice; nel corso degli anni, il fatto che William non sia l’effettivo assassino viene ammesso e riconosciuto dalla Corte. Anche Wanda Valdes, moglie di Frank, in una dichiarazione giurata rilasciata agli avvocati di William, affermerà che fu suo marito a uccidere Fred Griffis. Nel 1999 un gruppo di guardie della Prigione di Stato della Florida aggredisce e uccide Frank Valdes nella sua cella. Nel corso della successiva indagine, in cui non sono stati trovati colpevoli, William viene trasferito temporaneamente nel braccio della morte in Virginia per la sua incolumità.
In Virginia William comincia a scrivere e pubblica due romanzi ( Il terzo pilastro della Sapienza e
Quietus) e la sua autobiografia, A Checkered Past, che ha vinto il primo premio all’International Book Awards Digest 2004 dedicato agli scrittori autopubblicati.
Negli anni successivi William pubblica diversi racconti brevi, per i quali vince alcuni premi letterari. Durante gli anni di prigionia nel braccio della morte, William intrattiene una fitta corrispondenza con la sorella Lisa: quelle lettere sono state dapprima raccolte da quest’ultima nel blog Death Row Diary e ora tradotte, rivisitate e riunite in questo libro. La condanna a morte di William viene eseguita il 12 giugno 2013.
Di seguito pubblichiamo le sue ultime tre lettere alla sorella.
3 GIUGNO 2013
Cara Lisa, mancano solo dieci giorni. Sai già che hanno ucciso il mio vicino, Elmer, cinque giorni fa.
Ora mi hanno spostato nella sua cella. Quando uccidono una persona, ci spostano tutti di una cella, fino ad arrivare alla numero uno. È una cella sfortunata: pochi ne escono vivi!
Tra due giorni passerò alla seconda fase e mi toglieranno tutte le mie proprietà, mentre una guardia registrerà tutto ciò che faccio. Saranno giorni frenetici e pieni di emozioni, tra lettere, telefonate, visite e saluti finali. Le cose sono diventate ancora più rigide in questo protocollo finale: in questi giorni verranno a trovarmi gli alti funzionari di prigione per chiedermi se va tutto bene, per discutere della scelta tra sepoltura o cremazione, ecc. Mi sono rifiutato di chiedere un ultimo pasto.
Non ho alcuna intenzione di partecipare a questo rituale, né ho voglia di diventare una statistica per qualche resoconto giornalistico postesecuzione. Inoltre, la gratificazione materiale è l’ultima cosa a cui penso, mentre mi accingo a passare a piani non materiali. Osservare gli ultimi giorni di Elmer mi ha aperto gli occhi su quanto tutto questo processo sia diventato standardizzato; è come essere parte di un’opera teatra- le in cui tutti i partecipanti si limitano a recitare la loro parte, senza però esserne partecipi.
Il mio appello è davanti alla Corte Suprema della Florida: le ultime audizioni sono previste per il 6 giugno, anniversario del D- Day. Nel momento in cui riceverai questa lettera saprai già il risultato e, visto che non ci sono tribunali di livello più alto, saprai anche se morirò il 12 giugno. In questo caso, non sono ottimista.
Benché ci siano problemi sostanziali, come sai ( per esempio il fatto che il mio avvocato sia stato quasi subito dichiarato mentalmente instabile, tossicodipendente e per questo indagato, arrestato e mandato in galera), la legge dispone di moltissimi modi per impedire a un prigioniero di averla vinta. Non voglio far diventare questa lettera una descrizione di processi legali, ma anni di esperienza mi hanno dimostrato che una volta che la condanna a morte è stata firmata, è quasi impossibile fermare questo treno.
Nessuno vuole essere indicato come la persona che ha fermato un’esecuzione: è quasi un sacrilegio. Così tante persone stanno pregando e combattendo per salvare la mia vita che io sono restio a esprimere ogni pessimismo, come se questo fosse un tradimento nei confronti di coloro che mi sostengono. C’è qualche speranza, almeno per una sospensione dell’esecuzione.
Ma onestamente il mio peggior timore è una sospensione temporanea di venti o trenta giorni. A meno che la sospensione non faccia sì che i miei avvocati trovino prove sostanziali che mi permettano di ottenere un nuovo processo, una sospensione rimanda semplicemente l’inevitabile.
Quello che non voglio è essere di nuovo qui, nella stessa situazione, tra trenta giorni, costringendo tutti i miei cari a sopportare un altro ciclo straziante di addii finali.
Preferirei a questo punto andarmene il 12 giugno e farla finita. Questo può essere deludente per coloro che stanno cercando così tenacemente di prolungare la mia vita, anche per pochi giorni, ma è così: il tempo è sempre più compresso per me. Io resto radicato nel qui e ora, non soffermandomi sul passato né stando in ansia per il futuro, ma vivendo ogni momento. A proposito, raccomando The Power of Now, di Eckhart Tolle, per chiunque sia a rischio di un’esecuzione imminente!
Sono ancora in grado di vedere la bellezza di questo mondo e valutare la bontà delle tante anime belle che lavorano instancabilmente per rendere questo un posto migliore. Io sono tranquillo e in pace, Lisa, quindi non ti preoccupare per il mio benessere qui nel regime di sorveglianza. Io sopporto senza paura, e con tutta la grazia che posso evocare.
Qualunque cosa accada, va tutto bene.
Con affetto, Bill
12 GIUGNO 2013 ( MATTINA)
Cara Lisa, il giorno dell’esecuzione è appena iniziato. Tra poco uscirò da questa cella per incontrarti per l’ultima volta, ma voglio sfruttare questo momento per dirti, anzi, per ricordarti, quanto ti voglio bene! Non si può mai dirlo abbastanza. È arrivato il momento di abbandonare questa nave, e odio l’idea di lasciare te e tutte le persone che mi amano.
Ma, Lisa, tu sai che questa è solo una separazione temporanea. Arriverà il momento in cui saremo nuovamente riuniti e felici. Il tuo compito, ora, è di vivere al meglio la tua vita con Alan, di crescere e migliorare come persona e di essere gentile e sempre pronta ad aiutare le persone meno fortunate di te.
Sei abbastanza saggia e forte per superare questo momento difficile, e mi aspetto che tu sia pronta quando verrà il momento.
Ricorda che l’amore è eterno e supera lo spazio e il tempo, e nulla può in alcun modo diminuire o spezzare i nostri legami affettivi. Il miglior regalo che puoi farmi è vivere la tua vita con forza e grazia, apprezzare ogni momento e sorridere.
Ti prego di rimanere in contatto con Marlene; è una persona speciale. Pubblica le ultime due lettere che ti darà Tracy, anche se ti sembreranno datate. Vorrei che ne rimanesse traccia. Okay, tra poco ci diremo addio a voce. Per questo motivo chiudo la lettera con queste parole semplici ma davvero importanti: ti voglio bene!
Con affetto, Bill
12 GIUGNO 2013
Cara Lisa, se stai leggendo questo, me ne sono andato dalla Terra. Ho espiato le mie colpe. Quando avrai asciugato le tue lacrime, come spero, guarda verso il cielo e sorridi quando pensi a me, finalmente libero. Anche se mi sono allontanato dal mio vincolo fisico, la mia anima vivrà oltre ogni tempo, senza confini, e volerà tra le stelle. Nonostante i miei molti difetti ed errori commessi sulla Terra, sono stato fortunato a essere amato da tante anime speciali che hanno visto nel mio cuore, oltre i miei errori. Sappi che nelle ultime ore è stato questo amore ad aver sostenuto il mio spirito e ad avermi portato la pace. L’amore, come le nostre anime, è eterno e per sempre ci lega. Ci ritroveremo, per stare di nuovo insieme. Fino ad allora, sappi che ti ho amato tanto! Con affetto, Bill