Nuova ondata di esplosioni in tutto il Libano: secondo un primo bilancio del ministero della Salute, nove persone sono morte e almeno trecento sono rimaste ferite a seguito delle esplosioni che hanno preso di mira i walkie-talkie in tutto il Paese.

Le prime vaghe segnalazioni sono giunte da Beirut, dalla valle della Bekaa e da altri punti del Paese. Si tratta del secondo giorno consecutivo di potenziali sabotaggi ed esplosioni, dopo che ieri 12 persone sono morte e circa 3mila, per lo più appartenenti a Hezbollah, sono rimaste ferite nell’esplosione di migliaia di cercapersone, in Libano e Siria, che hanno accecato 500 miliziani. 

«Le esplosioni dei dispositivi di comunicazione» in Libano «stanno continuando e sembra che stiamo interessando anche altri wireless device, non solo cercapersone ma anche walkie talkie e radio», conferma a LaPresse Andrea Tenenti, portavoce della missione Unifil in Libano. «Sta accadendo anche durante i funerali di membri di Hezbollah - prosegue - soprattutto nei quartieri del sud di Beirut». La natura del bersaglio fa supporre che dietro l'operazione vi sia Israele, come riferito dal New York Times.

Walkie-talkie sono scoppiati contemporaneamente nella periferia meridionale di Beirut, proprio mentre si svolgevano i funerali di quattro membri di Hezbollah uccisi ieri in analoghe esplosioni di cercapersone, secondo una fonte vicina al movimento islamista libanese e ai soccorritori. Altre esplosioni sono state segnalate a Saida (sud) e Baalbeck (est). Secondo altre informazioni sarebbero scoppiati anche iPhone, videocamere e addirittura pannelli solari in tutto il territorio del Paese dei cedri.

ADV Fonti della sicurezza libanese affermano che gli apparecchi esplosi erano stati acquistati dalla milizia sciita circa cinque mesi fa, insieme alle migliaia di cercapersone esplosi ieri. Il New York Times riferisce che gli apparecchi ordinati da Hezbollah all'azienda taiwanese Gold Apollo erano stati manomessi da agenti del Mossad prima di arrivare in Libano.

L'operazione con i cercapersone-bomba era stata pianificata da Israele come preliminare per un attacco contro Hezbollah, un imprevisto ha fatto cambiare i piani e Idf avrebbe deciso di farli esplodere prima del previsto.

Secondo il sito Al Monitor di notizie sul Medioriente, nei giorni scorsi due miliziani di Hezbollah avrebbero avuto sospetti sul funzionamento dei cerca persone e nel timore che l'operazione fosse scoperta gli israeliani avrebbero deciso per le detonazioni di ieri sera.