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Sullivan
Malgrado il clima da nuova Guerra Fredda e la distanza più grande tra le due potenze degli ultimi vent’anni per gli Stati Uniti la Russia non sarà mai considerata uno “Stato canaglia” come l’Iran o la Corea del Nord. E una rottura totale delle relazioni tra di noi è «impossibile» . Lo assicura una voce importante della diplomazia statunitense, l’ambasciatore a Mosca John Sullivan, in un’intervista rilasciata all’agenzia Tass in cui ammorbidisce di molto la dialettica bellicosa dell’amministrazione Biden aprendo al dialogo con il Cremlino e difendendo la cultura russa di cui si è detto un grande ammiratore, citando lo scrittore LevTolstoi.
Tutti altri toni rispetto a quelli impiegati dal suo governo. «Alcuni mesi fa, l’ex presidente Medvedev ha rilasciato una dichiarazione - spero frutto di qualche esagerazione - secondo la quale dovremmo chiudere le ambasciate e guardarci l’un l’altro con il binocolo», ha detto il diplomatico, «non possiamo permetterci il lusso di tornare indietro di decenni al dopoguerra. Dobbiamo mantenere la capacità di parlarci. C’è poco altro da aggiungere qui. Questa è una constatazione di fatto». Interrogato sulla dichiarazione del segretario di Stato Antony Blinken, che, a proposito delle relazioni con la Russia, aveva citato il brano di Taylor Swift "We are never ever getting back together", Sullivan ha affermato che, allo stesso modo, «non ci separeremo mai completamente».
«Non possiamo interrompere le relazioni diplomatiche e smettere di parlarci. Sediamo uno accanto all’altro almeno ogni giorno alle riunioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York», ha detto ancora Sullivan, «dobbiamo mantenere le ambasciate. Questo è il minimo assoluto. Questa è la base. Non saremo mai veramente separati perchè siamo uniti come membri permanenti del Consiglio di sicurezza. E poiché siamo uniti in questo modo, dobbiamo continuare a interagire tra di noi, nonostante le nostre divergenze».
Allo stesso tempo Sullivan riconosce che l’invasione dell’Ucraina ha creato una frattura che non verrà ricomposta in tempi brevissimi: «Ricordo quando il mio primo capo, il Segretario di Stato Rex Tillerson, venne qui nel marzo 2017, e come disse che avevamo scavato un buco nella nostra relazione e che dovevamo smettere di scavare, trovare un modo per stabilizzare la relazione e cercare di andare avanti», ha sottolineato Sullivan, «questo è stato più di cinque anni fa. I terribili eventi accaduti durante questo periodo hanno portato il divario nella relazione a diventare molto più grande». Cosa accadrà nel prossimo futuro? «Non so come si svilupperà la situazione, ma se siamo guidati dalla storia, i nostri rapporti cambieranno, perchè sono sempre cambiati», ha proseguito Sullivan, «verrà il momento non so quando accadrà, non scommetterei nemmeno di vivere abbastanza per esserci - ma spero che ci sarà una possibilità di una riconciliazione più completa e sicuramente di un riavvicinamento più completo dei nostri popoli e dei nostri Paesi».
Ma prima o poi dovrà tornare il sereno: «Non prevedo che la Russia e gli Stati Uniti non tornino mai più a una relazione più produttiva. Ma quello che non posso dire è quanto tempo ci vorrà», ha affermato ancora il diplomatico, «non accadrà nel contesto attuale. Ora la situazione è insolita. Ho menzionato le poche questioni su cui continuiamo a interagire con il governo russo, ma rispetto a tutti gli argomenti che potremmo e dovremmo discutere, ciò è trascurabile. Ci sono così tante questioni su cui i nostri paesi, membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, potrebbero parlarsi, ma non accade e questa è una tragedia. Sono in gioco tuttavia questioni estremamente serie».