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Narcos peggio della guerra. Quante persone vengono uccise ogni anno nel mondo? Un quesito per nulla ininfluente al quale ha risposto un rapporto dell’Unodoc ( l’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa del controllo delle droga e della prevenzione del crimine).
I dati si riferiscono al 2017 e mostrano una realtà non priva di sorprese.
Gli omicidi presi in considerazione escludono quelli avvenuti per mano delle forze dell’ordine.
Il totale delle vittime è stato di 464mila e si tratta del numero più alto degli ultimi 25 anni.
La mafia uccide più dei conflitti
Il 19% delle persone ha perso la vita a causa della criminalità organizzata ( più delle 89mila morte durante le guerre e le 26mila che invece sono cadute in episodi di terrorismo).
In ogni caso la probabilità di essere uccisi attualmente è minore di anni fa. Nel 1993 morivano assassinate il 7.4 delle persone su 100mila, oggi il 6,1. Ciò è comunque dovuto all’aumento della popolazione mondiale.
Chi muore?
Il rapporto ha messo in evidenza come la maggior parte delle vittime e dei carnefici sono uomini ( quasi il 90% del totale).
Soprattutto ragazzi tra i 15 e i 29 anni con variazioni a secondo del continente. Stessa composizione anagrafica per le donne ma le cause di morte sono specifiche: gli assassini sono soprattutto familiari.
Si tratta di parenti ( 24%) o dei partner ( 34%). In questi casi quasi mai chi uccide è un criminale, così come il tenore di vita non è caratterizzato necessariamente da degrado o povertà.
Il femminicidio dunque è una causa di morte presente a livello planetario.
Dove si muore di più
A guidare la classifica delle zone più pericolose è l’America. Per l’Unodoc nel periodo di riferimento sono state uccise 17 persone su 100mila abitanti, anche se esistono sensibili variazioni di numero tra paesi del continente.
Sulla media incide sensibilmente la presenza di bande dedite al narcotraffico o composte da giovanissimi come le cosiddette pandillas.
Situazione nettamente più “tranquilla” in Asia, Oceania e Europa.
Le persone assassinate sono in media 3 ogni 100mila. Un calo registrato a partire dagli anni ’ 90 quando si viaggiava su numeri molto più alti.
Un ultimo dato è quello che riguarda la categoria dei giornalisti. Chi fa questo lavoro rischia sempre di più.
Nel 2008 le vittime erano 46, nel 2012 sono state 124. Dopo 5 anni ben 127 operatori dell’informazione sono caduti in paesi dove non c’è un conflitto armato.