«Che guaio ho combinato. Non pensavo che fosse vera, non avevo mai visto una pistola prima. Stavamo giocando. Ho capito tutto solo quando ho visto il sangue sul corpo di Arcangelo. Non volevo, non volevo». Sarebbe queste, secondo quanto riporta Repubblica, le parole pronunciata da R. B. C., il 19enne fermato ieri a Napoli per la morte del cugino Arcangelo Correra, 18 anni appena, colpito alla testa da un colpo d’arma da fuoco. C. si è presentato spontaneamente in questura e ha fatto ritrovare l’arma. Adesso è in stato di fermo.

Napoli è scossa dall’omicidio del giovane, colpito dal proiettile in Piazza Sedil Capuano. Il 19enne fermato è accusato di porto e detenzione di un’arma clandestina e di ricettazione. Il provvedimento di fermo, emesso dalla procura di Napoli, è scattato a seguito delle indagini della Squadra Mobile di Napoli, che hanno anche portato al sequestro dell’arma del delitto: una pistola Beretta calibro 9x21.

Le indagini preliminari indicano che il 19enne, in compagnia di amici, stava maneggiando l’arma quando avrebbe esploso accidentalmente il colpo fatale, ferendo Correra alla testa. Il giovane è stato immediatamente trasportato all’Ospedale dei Pellegrini, dove è deceduto poco dopo. Sebbene l’omicidio non sia ancora formalmente contestato al giovane, proseguono gli approfondimenti per chiarire le circostanze esatte dell’accaduto.

Il Questore di Napoli, Maurizio Agricola, ha espresso il suo disappunto e preoccupazione per l’aumento di episodi di violenza tra i giovani e ha sottolineato l'importanza di un intervento più ampio, che coinvolga famiglie, scuola e istituzioni. In un'intervista rilasciata a La Repubblica, Agricola ha dichiarato: «Noi non ci tiriamo indietro, ma senza un'azione sinergica che veda in campo anche scuola, famiglia e istituzioni tutte, non ce la si fa. C'è un problema sociale e dobbiamo affrontarlo insieme. Occorre seminare la cultura della legalità tra i bambini, lavorare nel sociale e affermare anche il valore dello sport».

Il Questore ha inoltre evidenziato la facilità con cui oggi è possibile ottenere armi, anche tramite il dark web, come di recente segnalato dal procuratore Nicola Gratteri. Questa accessibilità, unita a una mentalità camorristica tra i giovani, ha portato a una preoccupante escalation di violenza. «Capisco che la percezione di insicurezza, davanti a tutto questo, non possa che aumentare e che si crei allarme, ma noi ci siamo. Il territorio è presidiato», ha rassicurato Agricola, sottolineando la continua e massima collaborazione tra le forze dell’ordine.

L’omicidio di Arcangelo Correra accende i riflettori sulla necessità di intervenire non solo con misure di prevenzione e repressione, ma con un approccio multidisciplinare che sappia contrastare alla radice il disagio sociale e la mentalità criminale.