Neuralink ha effettuato con successo il primo impianto di un microchip in un cervello umano. Lo ha annunciato nella serata di ieri il fondatore dell'azienda, Elon Musk, secondo cui l'operazione è andata a buon fine e il paziente volontario «si sta riprendendo bene. I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali». Il successo della prima procedura di impianto segna un passo importante verso lo sviluppo di «interfacce cervello-computer», una tecnologia pionieristica che Neuralink intende sfruttare anzitutto per aiutare persone affette da disabilità come paralisi.

Il patron di Space X ha riferito che stando alle prime verifiche, l'interfaccia sviluppata da Neuralink è in grado di captare le variazioni dell'attività neurale nel cervello. La notizia arriva molto tempo dopo che la società aveva iniziato a reclutare pazienti per una sperimentazione clinica in autunno, dopo che, nel maggio del 2023, aveva ottenuto l'approvazione da parte di un comitato etico ospedaliero e della Food and drug administration. Nel settembre 2023, Neuralink, aveva infatti annunciato l'avvio del reclutamento di soggetti di almeno 22 anni affetti da una tetraplegia, la paralisi di tutti e quattro gli arti del corpo, dovuta a una lesione del midollo spinale cervicale o alla sclerosi laterale amiotrofica, per il primo trial clinico sull'uomo di un chip da impiantare nel cervello.

Il primo prodotto di Neuralink si chiama “Telepathy” e consente il controllo del proprio telefono o computer e, attraverso di essi, di quasi tutti i dispositivi, semplicemente col pensiero. “I primi a beneficiarne saranno coloro che hanno perso l'uso degli arti”, ha annunciato Musk. L'azienda ha precisato che utilizzerà un robot chirurgico per posizionare l'impianto nella regione del cervello che controlla i movimenti. Una volta installato, il dispositivo, chiamato interfaccia neurale Brain-computer interface, o Bci, grande quanto una moneta, sarà in grado di registrare e trasmettere i segnali cerebrali in modalità wireless a un'applicazione in grado di decodificarli. 

Anche se l'obiettivo finale a cui Musk ambisce è quello di fondere l'intelligenza artificiale con quella umana, per ora l'azienda si è posta un fine più modesto: "L'obiettivo iniziale è garantire la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero", ha spiegato Musk. I risultati attuali e futuri sono condotti nell'ambito dello studio Prime, Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface. Potrebbero passare diversi mesi prima di sapere se il primo soggetto che ha ricevuto l'impianto cerebrale sarà in grado di utilizzarlo con successo, riuscendo a controllare un computer o un altro dispositivo.

Dopo la convalescenza e il recupero dall'intervento chirurgico il paziente dovrà seguire un corso di addestramento all'uso della Bci, che potrebbe richiedere diverse settimane. Il paziente di Neuralink non è il primo a ricevere un'interfaccia neurale. Questi dispositivi sono già stati impiantati a decine di persone nell'ambito di studi di ricerca: il primo in assoluto è stato Matt Nagle nel 2004. Nel corso degli anni, questi sistemi hanno permesso alle persone paralizzate di giocare ai videogame, muovere le braccia robotiche e scrivere e-mail con il pensiero. Musk per sostenere la potenza della sua ricerca ha ipotizzato l'apporto che questa potrebbe avere avuto su una mente brillante, come quella del noto astrofisico Stephen Hawking, che era affetto da una malattia degenerativa del motoneurone.

Al momento, gli unici dettagli disponibili sull'intervento portato a termine da Neuralink provengono dal messaggio di Musk su X. Anche se ancora ben lontano dal consentire una simbiosi tra gli esseri umani e l'intelligenza artificiale, si tratta comunque di un dispositivo con implicazioni promettenti per la società.