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L’ex procuratore speciale del Russiagate Robert Mueller è tornato a parlare, questa volta in una attesissima audizione chiesta dai Democratici alla Commissione Giustizia della Camera.
L'nterferenza russa L’audizione dell’ex procuratore speciale era cominciata con la lettura di un documento scritto, in cui Mueller ha affermato: «C’è stata una grande e sistematica interferenza del governo russo nelle nostre elezioni».
E' poi proseguita con una serie di «yes» alle domande del presidente della Commissione giustizia, Jerry Nadler, con i quali Mueller ha confermato che il presidente Donald Trump ha rifiutato di farsi interrogato, opponendosi a qualsiasi richiesta nel corso di un anno e soprattutto ha ribadito come il rapporto di fine indagine non lo scagioni del tutto, come invece sostiene l’inquilino della Casa Bianca.
Trump può essere incriminato Anzi, dopo aver ricordato le regole del Dipartimento della Giustizia in base alle quali non si può incriminare un presidente in carica perchè «sarebbe incostituzionale», Mueller ha ammesso che Trump può essere incriminato per ostruzione alla giustizia, ma solo una volta lasciata la Casa Bianca.
«Questa ( testimonianza, ndr) è stata un disastro per i Democratici e un disastro per la reputazione di Robert Mueller», è stato invece il commento irato del presidente Trump, che ha inondato Twitter di messaggi durante tutta la durata dell’audizione.
La reazione di Trump «I democratici e gli altri possono illegalmente fabbricare un reato e cercare di affibbiarlo ad un presidente totalmente innocente, quando lui reagisce contro questo attacco illegale al nostro paese da parte di traditori, loro parlano di ostruzione?
Sbagliato! Perché Robert Mueller non ha indagato sugli investigatori?», è uno dei cinguettii più polemici.
L’ascolto di Mueller alla Camera è stato vissuto dai Democratici che controllano l’Aula come un passaggio cruciale per l’opposzione, con la Speaker Nancy Pelosi che ha fatto distribuire un promemoria di sei pagine su come i vertici del partito vogliono che ogni Democratico si comporti: una chiamata alle armi che anticipa il clima elettorale.
I dem all'attacco «Vogliamo riportare l’attenzione sul cuore del problema: l’attacco senza precedenti subìto dalla democrazia americana», ha fatto sapere Pelosi, attraverso il suo portavoce. In coincidenza con l’audizione, i dem hanno anche lanciato anche una campagna sui social, invitando celebrità e sostenitori a condividere per tutta la giornata stralci del rapporto sul Russiagate.
Il clima, dunque, è infuocato come prima delle battaglie campali. I dem, infatti si stanno preparando all’autunno affilando le armi per le prossime elezioni, con un controllo serrato su ogni atto della Casa Bianca e del Congresso e riforme severe in materia di anticorruzione e trasparenza politica.