Jimmy Carter, 39° presidente degli Stati Uniti e figura simbolo di umanità e diplomazia globale, è morto all’età di 100 anni. Dopo 22 mesi di cure palliative, si è spento pacificamente domenica pomeriggio nella sua casa a Plains, Georgia, circondato dalla famiglia. La notizia è stata confermata dal Carter Center, che ha scritto su X: «Il nostro fondatore, l’ex presidente Jimmy Carter, è morto questo pomeriggio a Plains, Georgia».

Un’eredità presidenziale e umanitaria

Carter, noto come “il contadino delle arachidi” della Georgia, ha guidato il Paese dal 1977 al 1981. Durante il suo mandato, affrontò crisi significative, tra cui l’inflazione, la crisi energetica e il sequestro degli ostaggi in Iran. Sebbene la sua presidenza sia stata segnata da sfide economiche e geopolitiche, il suo contributo alla pace in Medio Oriente con gli Accordi di Camp David rimane uno dei suoi successi più acclamati.

Dopo aver lasciato la Casa Bianca, Carter ha dedicato la sua vita al lavoro umanitario e ai diritti civili attraverso il Carter Center, fondato con sua moglie Rosalynn nel 1982. Nel 2002, gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace per il suo «impegno instancabile nella ricerca di soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali, per promuovere la democrazia e i diritti umani».

Joe Biden annuncia la morte dell'ex presidente Carter

Il ricordo di Joe Biden

Il presidente Joe Biden ha espresso il suo cordoglio, definendo Carter «un leader straordinario, statista e umanista» e un caro amico. «Jimmy Carter è stato un esempio di integrità, fede e umiltà», ha dichiarato Biden, annunciando un funerale di Stato a Washington il 9 gennaio e una giornata nazionale di lutto con bandiere a mezz'asta per 30 giorni.

Biden ha ricordato il legame speciale con Carter, rafforzato dopo la perdita del figlio Beau e le battaglie contro il cancro che entrambi hanno affrontato. «Jimmy conosceva troppo bene i devastanti effetti di questa malattia», ha detto Biden.

Un presidente controverso ma rispettato

Sebbene la sua presidenza sia stata criticata per la gestione economica e politica, Carter ha dimostrato una visione progressista su temi come i diritti umani, l’ambiente e l’educazione. Fu il primo presidente a dedicare attenzione alla deregulation di settori chiave come le compagnie aeree e i trasporti, a creare il Dipartimento dell’Energia e a firmare leggi fondamentali per la protezione ambientale.

Il suo approccio diretto e morale spesso lo mise in contrasto con l’establishment di Washington, ma la sua dedizione alla pace e al benessere globale lo hanno reso una figura rispettata anche al di fuori degli Stati Uniti.

Un’eredità globale

Dopo aver lasciato la Casa Bianca, Carter si è dedicato alla diplomazia internazionale, mediando trattati di pace e monitorando oltre 100 elezioni in tutto il mondo. Si è distinto anche per il suo impegno nella lotta contro le malattie, riducendo i casi di parassiti come il verme della Guinea a pochi casi nel mondo.

«Il mio credo mi impone di fare tutto ciò che posso, ovunque mi trovi, per migliorare il mondo», aveva dichiarato Carter, che fino ai suoi 90 anni ha continuato a costruire case per i poveri con Habitat for Humanity.

Un uomo di fede e integrità

Carter ha spesso riflettuto sulla sua vita straordinaria, descrivendola come «avventurosa e gratificante». «Sono in pace con qualsiasi cosa accada», disse nel 2015 dopo una diagnosi di cancro. Con la sua scomparsa, il mondo perde un leader che ha incarnato valori di umiltà, servizio e speranza.